La preghiera che plasma la nostra vita

Il “Padre nostro” è stato il tema principale approfondito da Benedetto XVI nel corso dell’Angelus del 25 luglio

Il dolore per la morte di 19 giovani partecipanti alla “Love Parade”, raduno di musica techno a Duisburg (Germania), il ricordo della festa di san Giacomo apostolo e il prossimo viaggio a Santiago di Compostela e a Barcellona, la preghiera del Padre nostro.

Sono stati questi i punti principali delle parole di Benedetto XVI in occasione della recita dell’Angelus dal balcone del cortile interno del palazzo apostolico di Castel Gandolfo, domenica 25 luglio. Riguardo alla preghiera insegnataci da Gesù, il Papa ha sottolineato: “Siamo di fronte alle prime parole della sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all’ultimo respiro. Esse svelano che noi non siamo già in modo compiuto figli di Dio, ma dobbiamo diventarlo ed esserlo sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione con Gesù. Essere figli diventa l’equivalente di seguire Cristo”.

Il brano del Padre nostro si trovava infatti al centro del Vangelo domenicale di quel giorno. “Questa preghiera – ha continuato Benedetto XVI – accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: ‘Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati’. E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza” a chiedere, cercare, bussare. “Non è – ha chiarito – un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale, dice sempre il Vangelo, ‘darà lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono’”. Questo “lo hanno sperimentato – ha detto il Papa – gli antichi ‘Padri del deserto’ e i contemplativi di tutti i tempi, divenuti, a motivo della preghiera, amici di Dio, come Abramo che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti dallo sterminio della città di Sòdoma”.

Santa Teresa d’Avila, ha quindi ricordato, “invitava le sue consorelle dicendo: ‘Dobbiamo supplicare Dio che ci liberi da ogni pericolo per sempre e ci tolga da ogni male. E per quanto imperfetto sia il nostro desiderio, sforziamoci di insistere in questa richiesta. Che ci costa chiedere molto, visto che ci rivolgiamo all’Onnipotente?’. Ogniqualvolta recitiamo il Padre nostro – ha osservato Benedetto XVI -, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. La Vergine Maria – è stato l’auspicio conclusivo prima di recitare l’Angelus – ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità della preghiera cristiana”. “Ho appreso con dolore della tragedia avvenuta a Duisburg in Germania, in cui sono rimasti vittime numerosi giovani. Raccomando al Signore nella preghiera i defunti, i feriti e i loro familiari”.Lo ha dichiarato Benedetto XVI dopo la recita dell’Angelus.

Sabato 24 luglio nella cittadina tedesca hanno perso la vita 19 giovani, di cui una italiana, e ne sono restati feriti oltre 300, in seguito agli incidenti avvenuti alla “Love Parade”, il più grande raduno di musica techno del mondo. Le vittime sono morte schiacciate nella calca sotto il tunnel di accesso all’area che ospitava la festa. “Al nostro misericordioso Padre celeste – ha detto il Papa in tedesco – affido oggi in particolare i giovani che ieri a Duisburg hanno perso la vita in modo tragico. Per i loro parenti e amici che si trovano nel dolore, come pure per i molti feriti, chiedo il conforto e la vicinanza dello Spirito santo”. Nei saluti in italiano, il Santo Padre ha infine rivolto un pensiero specifico – tra gli altri – alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice (salesiane) provenienti da Africa, America del Sud, Asia ed Europa; ai giovani che prendono parte ad un’iniziativa vocazionale dei missionari e delle suore del Preziosissimo Sangue; ai piccoli ministranti di Conselve, agli sbandieratori di San Marino, al Pellegrinaggio della speranza della Gioventù carmelitana, alla Corale Laurentiana di Tor San Lorenzo.

ANNO COMPOSTELANO

A novembre il Papa a Santiago? “Oggi – ha detto Benedetto XVI il 25 luglio – ricorre la festa dell’apostolo san Giacomo detto ‘il Maggiore’, che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per lui diede la vita, primo tra gli apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela!”. Ha quindi aggiunto: “In questo Anno santo compostelano, spero di unirmi ai numerosi pellegrini il prossimo novembre, in un viaggio che mi porterà anche a visitare Barcellona”. Il Pontefice ha quindi espresso l’auspicio che seguendo il cammino dell’apostolo Giacomo si possa dare una “testimonianza costante di fede, speranza e carità”.