Roccaporena di Cascia, paese natale di santa Rita, ha celebrato la festa della rosa e delle Rite. Da venerdì 25 a domenica 27 giugno il piccolo borgo si è riempito di pellegrini, giunti per approfondire la spiritualità ritiana nei luoghi dove la Santa è vissuta fino al suo ingresso in monastero. In particolare, Roccaporena è stata invasa dai fedeli nella sera di sabato 26 e nella giornata di domenica 27 giugno. Suggestiva e partecipata la processione partita da Cascia e conclusa con una fiaccolata negli spazi aperti del paese. Presenti numerose donne di nome Rita, le quali hanno ricevuto una rosa e una pergamena. I sacerdoti dell’Opera diocesana di Roccaporena avevano preparato diversi percorsi spirituali, garantendo, anche fin dalle prime ore del giorno, la disponibilità per le confessioni. Momento centrale è stata la messa celebrata dall’Arcivescovo, alla sua prima festa della rosa e delle Rite. All’interno della concelebrazione eucaristica c’è stato il passaggio di consegne della reliquia della casa della Santa dalla parrocchia di S. Trifone a Cerignola (Foggia) a quella della Madonna in Livorno. In terra toscana rimarrà per 365 giorni, fino alla prossima Festa della rosa, edizione 2011. Presenti molte autorità civili e militari del territorio. La celebrazione è stata animata dalla corale di Cascia. Nell’omelia mons. Boccardo, prendendo spunto dal Vangelo della domenica che presentava la salita di Gesù a Gerusalemme, città della sua passione e della sua morte, ha parlato dell’importanza di avere nella vita un progetto, una meta, così come l’aveva santa Rita. “Spesso – ha detto – ci lasciamo trasportare da quello che fanno tutti, ci facciamo guidare dalla moda del momento. A volte siamo come le bandiere che il vento fa andare a destra o a sinistra senza una direzione precisa. Ci accontentiamo delle cose esteriori e superficiali, perdendo quella voglia di pienezza e bellezza che abita il cuore di ogni creatura. Siamo portati a trovare soluzioni facili e comode. È necessario, invece, affrontare con responsabilità e serietà il cammino quotidiano, abitare con intelligenza, sapienza e senza distrazioni il tempo presente, bello e preoccupante. Nessuno può essere spettatore nella vita. Dobbiamo, allora, ricoprire la chiamata che Cristo rivolge a ciascuno. Va ascoltata e realizzata. Questa – ha concluso – è la riposta all’invito che Gesù rivolse a quelli che erano attorno a lui e che è estesa a noi: Seguimi!”. Il pensiero del Vescovo è, infine, andato a tutte le mamme che ogni giorno compiono il loro ministero quotidiano nel luogo della loro santità che è la casa. “Esse non compiono doveri – ha detto – ma curano con amore, con il cuore, con i gesti e, spesso, con il silenzio i piccoli momenti della vita quotidiana. Nella loro vita gli sia di esempio la missione altissima e sublime di sposa e di madre di santa Rita”. CONCORSO La poesia vincitriceAltri due momenti significativi della Festa della rosa sono stati il concorso di scrittura “Per te Rita”, giunto alla seconda edizione, e l’estemporanea di pittura “Un quadro in un giorno” che aveva come tema la vita della Santa. Riportiamo la poesia che ha vinto il concorso: “Te ne sei andata nel fiorire della primavera. Sei salita in alto in punta alle stelle. Spoglia di materia trascendendo l’universo. Sempre più su verso il centro della Luce. E la terra fredda nel gelo del tuo inverno ti regalò la rosa desiderata. La stringesti. Non temevi l’artiglio spinoso. Era già nel tuo petto. Sposa e madre del dolore! Ma lo stesso amasti quelle spine. Amando colui che ne cinse corona. E patì la croce per te e per noi. Così nel cammino degli anni, dal tuo eremo scoglio nativo, salì la costante preghiera che sempre ottenne l’attenzione del Cielo. E al pellegrino contrito, Celeste Mediatrice portasti conoscenza e grazia. La grazia dell’immensa Luce, dove tu ora, arca di santità, dimori”. Grazie ai sacerdotiAl termine della messa l’arcivescovo Boccardo ha salutato i numerosi pellegrini presenti: “È bello vedere come da ogni parte d’Italia la figura e il messaggio di Rita diventino scuola di vita. Siate i benvenuti a Roccaporena”. Il presule ha colto l’occasione per ringraziare mons. Dino Pallucchi del prezioso servizio svolto negli ultimi nove anni quale rettore del santuario, annunciando ai pellegrini che è stato chiamato a guidare l’importante parrocchia di Montefalco. Ha informato i presenti che ha riservato per se stesso il titolo di rettore del santuario, chiedendo al canonico della cattedrale di Spoleto don Vincenzo Alimenti di curare l’accoglienza dei pellegrini. Ha anche manifestato l’affetto della Chiesa locale per mons. Sante Quintiliani, per decenni amministratore dell’Opera, che festeggia 60 anni di sacerdozio.
Una donna libera dalle “mode”
Festa della rosa e delle Rite a Roccaporena, per la prima volta con mons. Boccardo
AUTORE:
Francesco Carlini