Nei giorni scorsi mons. Paglia, presidente della C episcopale umbra e del Fondo di solidarietà, ha incontrato i rappresentanti di enti pubblici e di ordini professionali, Associazione comuni italiani (Anci), Unione province (Upi), Unione comuni comunità montane (Uncem), presentando le finalità della nuova raccolta e invitando ciascuno di loro a farsi promotore nei diversi Consigli comunali, provinciali e di altri enti nell’intraprendere opportune iniziative, come, ad esempio, quella di devolvere il proprio gettone di presenza alla seduta del Consiglio destinandolo al Fondo di solidarietà affinché continui a svolgere la propria funzione di aiuto. Lo stesso mons. Paglia ha poi incontrato i rappresentanti regionali e provinciali delle organizzazioni sindacali, quelle di categoria e degli imprenditori per coinvogere nell’impegno a favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro l’intera società civile, alla quale è richiesto uno scatto di generosità per accrescere una straordinaria impresa di solidarietà. Anche il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, e la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini hanno aderito al Fondo. “In questo momento in cui la crisi economica continua a gravare pesantemente sulle aziende del nostro territorio – ha detto Brega a La Voce – non possiamo rimanere immobili davanti alle difficoltà delle famiglie umbre. È per questo che iniziative come quella del Fondo di solidarietà delle Chiese umbre vanno sostenute con decisione. Ritengo che noi, giovane classe dirigente dell’Umbria, su iniziative di questo tipo abbiamo la responsabilità per primi di dare l’esempio, sia come persone che come rappresentanti di istituzioni, nel mio caso del Consiglio regionale dell’Umbria. A tal proposito – ha concluso – voglio ringraziare i gruppi consiliari che hanno voluto dare il loro sostegno al Fondo”. LA LETTERA DI MONS. PAGLIACarissime amiche e amici, il 29 marzo dello scorso anno, con una grande colletta regionale, ha preso corpo ed operatività il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre, presentato con una nota pastorale Le Chiese umbre di fronte alla crisi: una riflessione sul contesto economico e sociale della regione e sugli effetti drammatici della crisi. Il Fondo ha raccolto 1.325.000 euro, frutto della generosità delle parrocchie e di singole persone, di istituzioni e di imprese, di banche e di fondazioni… È stato un coro di solidarietà che fa onore alla nostra Umbria e sono lieto di sottolineare che il Fondo ha permesso, nell’anno trascorso, di aiutare 600 famiglie di lavoratori/lavoratrici che hanno perso il lavoro senza avere altri tipi di sostegno come la cassa integrazione o l’aiuto dei servizi sociali. Il Fondo ha davvero salvato la vita di queste famiglie, e sottolineo che l’intera struttura organizzativa è volontaria. L’intera cifra quindi è stata devoluta all’aiuto delle famiglie. Sappiamo che, se anche qualche timido segno di ripresa appare all’orizzonte, il lavoro per chi lo ha perduto o lo cerca per la prima volta è ancora una possibilità rara e remota, e probabilmente la situazione tenderà a peggiorare. Non possiamo stare a guardare. C’è bisogno di uno scatto di solidarietà. Per questo, noi vescovi desideriamo indire una seconda colletta straordinaria, che raggiunga in maniera più estesa ogni cittadino e ogni istituzione della regione. È indispensabile, infatti, continuare a sostenere le 600 famiglie che ricevono questo sussidio – sufficiente solo sei mesi -, come pure è doveroso aiutare coloro che purtroppo si aggiungeranno alla triste lista di quanti perderanno il lavoro senza ricevere altro aiuto. Il Fondo, per raggiungere questo obiettivo, deve almeno raddoppiare la cifra raggiunta lo scorso anno. Si tratta di 2,5 euro per ogni abitante dell’Umbria. Possiamo farcela e senza un grande sforzo. A tal fine scegliamo il 6 giugno prossimo, festa del Corpus Domini, per indire una grande colletta in tutte le parrocchie e tra tutti i cristiani umbri, perché in quel giorno possiamo ricordarci di aiutare concretamente quelle famiglie – anch’esse parte del Corpo di Cristo – che altrimenti cadrebbero nella disperazione. A partire dalle diverse istituzioni, gli amministratori, le imprese, le banche, i sindacati, le associazioni di categoria, i sacerdoti, le associazioni cattoliche e non; tutti possiamo partecipare a tale straordinaria impresa di solidarietà. Noi vescovi ci impegniamo, anche questa volta, a offrire l’equivalente di un mese del nostro stipendio. Ciascuno trovi la sua misura, ma nessuno resti a guardare.
Unisciti a noi contro la crisi!
Il 6 giugno in tutte le chiese dell’Umbria nuova colletta del Fondo creato un anno fa. Lettera del Presidente dei vescovi umbri Vincenzo Paglia
AUTORE:
† Mons. Vincenzo Paglia