La crisi economica ha colpito anche il settore turistico dell’Umbria. “Ha picchiato duro”, ha detto la presidente Lorenzetti concludendo il IV Seminario di approfondimento tematico sul turismo, organizzato mercoledì scorso dalla Regione nella magnifica biblioteca del convento di San Francesco al Monte, a Monteripido (Perugia).
“Per superarla serve la qualità dell’offerta – ha continuato la presidente -, vera nostra carta vincente: l’Umbria, un unicum per la sua capacità di attrazione, potrebbe addirittura proporre un nuovo stile di vita al mondo”. L’Umbria piace: natura dolce, affabilità, buona cucina, ottimi prodotti agroalimentari, spiritualità, fede. I turisti amano i suoi “tempi lenti”. Il nuovo slogan: “Umbria, scopri l’arte del vivere” racconta questo. Oggi, però, si zoppica. Il flusso turistico (oltre 5 milioni e 300 mila presenze nel periodo gennaio-novembre 2009) ha registrato un -7,64 per cento delle presenze e un -8,63 per cento degli arrivi sul 2008. Gli ammortizzatori sociali in deroga, pensati per altri comparti, non aiutano operatori turistici locali, non in rete tra loro. Un grave errore, ai tempi dell’accoglienza moderna.
Il nuovo bando Turismo Ambiente Cultura 2 (Tac 2) è il provvedimento di sostegno al turismo che la Regione dell’Umbria mette in campo: 41 milioni e mezzo di euro, di cui 18,5 per fare opere pubbliche. Il resto (23 milioni) andrà ai privati per migliorare la propria recettività, promo – commercializzazione e formazione. Urgono altri voli low cost da Milano a Sant’Egidio per invogliare maggiormente i turisti europei, più collaborazione con la Toscana meridionale (Siena, Chiusi e Arezzo); andrebbero valorizzati anche i tanti borghi ristrutturati coi fondi del terremoto, patrimonio non sfruttato. L’Umbria, in realtà, sarebbe molto più spendibile di quanto è venduta: l’87,2 per cento dei viaggiatori vuole ritornarvi, disposti pure a fare da testimonial con amici e parenti. Fatto, quest’ultimo, che rivela mille potenzialità.
L’Opera romana pellegrinaggi stima che, nel 2010, dai 6 agli 8 milioni di pellegrini si recheranno a Santiago di Compostela, in Galizia (dove secondo la tradizione si trova la tomba di san Giacomo) per ottenere il perdono dei peccati. Incontrare parte dei camminanti verso Compostela sulla via francigena di San Francesco è “per l’Umbria un’occasione da non perdere”, ha fatto notare la stessa presidente Lorenzetti. Padre Cesare Atuire è l’amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi. “Chi in Umbria – spiega – ricerca natura e cultura, attraverso esse, può anche raggiungere la fede”. Padre Atuire, per cui il turismo è chiamato a divenire “veicolo di umanizzazione”, definisce positiva la collaborazione con la Regione e punta a sviluppare la via di Roma – Via Francigena di San Francesco, sulla quale a Monteripido è stata presentata la nuova guida In cammino nell’Umbria di Francesco e il nuovo portale. “Invitiamo – suggerisce il religioso – tutti coloro che vorranno raggiungere Roma come una volta. Meditando e lentamente”.