Arte fotografica per simboli

In mostra alla Rocca di Perugia le opere del sacerdote fotografo Antonio De Santis, che fa “parlare” le cose

Gesù diceva che “grideranno le pietre”, e in effetti qualsiasi oggetto è in grado di “parlare”, purché beninteso trovi qualcuno disposto ad ascoltare… È questa la convinzione di Antonio De Paolis, sacerdote con la passione della fotografia; una passione che non è solo un hobby a tempo perso, perché in questi giorni una sua esposizione è visibile alla Rocca Paolina di Perugia. Per la precisione, non si tratta di fotografie ma di poster, dove alle immagini sono associate parole che svelano un messaggio. Titolo della mostra è del resto “Aforismi e poesie per immagini. Il tuo sguardo sulle cose”. Ad esempio, alla foto di un’antenna accanto alla quale è installato un buffo drago decorativo si accompagna la scritta: “Favole… non più favole… di ieri e di oggi?”. “Credo – afferma De Paolis – che la realtà preponderante sia quella che necessita di essere incontrata là dove si trova: non nell’occulto, ma nell’evidenza. Ogni cosa indica la strada a noi viandanti, protèsi come siamo a voler toccare la meta, la Pienezza del reale, di cui mente e cuore in qualche misura già partecipano”. E cita lo scrittore Cesare Pavese: “Altra definizione non si può dare del simbolo, se non che anch’esso è un oggetto, una qualità, un evento che ha un valore unico, assoluto”. Il sacerdote-artista non costruisce le sue immagini in studio, a tavolino. Gli basta passeggiare munito di macchina fotografica, due occhi e… un pizzico di teologia. “Mi sono accorto – racconta – che le cose possono essere guardate in modo differente, ossia con stupore. E in questa condizione, in loro scorgi significati simbolici…”. Non si tratta di una semplice esperienza estetica, né tanto meno astratta, perché “ascoltare il simbolico che le cose propongono, ci aiuta a usarle in modo responsabile, in ordine alla gravità e complessità che comporta la vita di relazione. Ci provocano a cogliere la loro verità quali strumenti per comunicare con gli altri esseri umani o con noi stessi, nel tentativo di realizzare tra noi un’unità vivificante”. La mostra è una sosta piacevole e stimolante. Don Antonio è lì , disponibile a spiegare, o meglio a raccontare come è nato quello scatto e come son fiorite quelle frasi. A presentare l’opera di don Antonio domenica 24 gennaio, ci sarà un artista d’eccezione, il maestro Antonello Madau Diaz, direttore artistico emerito del Teatro alla Scala di Milano. Interverrà in un incontro che si terrà alle ore 16, presso la sala della Vaccara, a Palazzo dei Priori, presenti mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, Andrea Cernicchi, assessore alla Cultura del Comune di Perugia. A seguire visita alla mostra che è aperta fino al 26 gennaio (10.30-13.30 / 15.30-19.30).

AUTORE: D. R. - M. R. V.