Dal 5 all’8 dicembre il nostro clan “Marcel Callo”, formato da 15 ragazzi/e tra 16 e i 21 anni, insieme ai capi Andrea, Massimiliano, Annalisa e Alessandro del gruppo scout Perugia 4, si è recato a Scampia (Napoli). Siamo stati ospiti di don Fabrizio e del clan del gruppo scout Napoli 14. Abbiamo deciso di andare a Scampia per vedere con i nostri occhi una parte d’Italia che viene spesso dimenticata o ignorata. In questi quattro giorni non abbiamo potuto capire e conoscere tutto. Ma in questo arco di tempo i pensieri hanno potuto bruciare, gelare, correre e far fermare la mente e il tempo. Pensieri che bombardano la testa quando, nel campo rom, dove abbiamo svolto il nostro servizio, eravamo circondati da bambini ansiosi di giocare e fare qualcosa mentre intorno a noi l’aria era stretta dall’immondizia che sta ai bordi della strada, confinante con il campo. Le nostre giornate sono state sempre diverse; la maggior parte del tempo siamo stati dentro il Centro Ortado, luogo in cui dormivamo e mangiavamo. Qui abbiamo incontrato persone che hanno dato la propria testimonianza del vivere a Scampia. Poi abbiamo fatto alcuni giri per il quartiere, siamo stati dentro “le Vele”, accompagnati da due suore, e infine siamo stati al centro di Napoli, guidati da alcuni ragazzi del gruppo scout. Strade vuote, nessuno che faccia una passeggiata, nessun negozio, nessun monumento antico, solo una piazza desolata in cui neanche a un cane verrebbe voglia di farsi un giro. Questa è Scampia, un quartiere di periferia di Napoli in cui neanche la polizia o le forze dell’ordine riescono ad agire ed intervenire. I ragazzi, i bambini vanno a scuola, vi sono molte scuole, però spesso accade che qualcuno smetta prima per lavorare o, per quanto riguarda alcune ragazze, a causa della maternità. Il vuoto che si avverte riempie la mente di domande, che ricevono risposte a volte tristi, a volte assurde, a volte prive di una plausibile spiegazione. Ma che, sempre, la parola “Sistema” riesce ad approfondire. I ragazzi scout che abbiamo incontrato sono esattamente come noi, con una grande voglia di raccontarsi, di rendere partecipi noi perugini delle ingiustizie, dei dolori, ma anche delle cose positive che accadono all’insaputa di molti. Un posto che, prima di diventare cemento ed epicentro di spaccio, era aperta campagna. Sconfinati campi, in cui le pecore pascolavano beate. Adesso delle Vele, dei palazzi vari, delle chiese si è impossessata la camorra, per fare di questo posto un nascondiglio tranquillo in cui far scomparire l’altra faccia della medaglia italiana, in cui lo Stato non esiste e non lotta. L’impero delle parole scritte e pronunciate dallo scrittore Roberto Saviano sono importanti, ma non basteranno se rimarrà l’unico a urlarle. A Scampia, dalla pubblicazione di Gomorra, concretamente non è cambiato nulla, ci hanno detto. Pensiamo, quindi, sia giunto il momento di impedire che la corruzione rimanga alla base di questa città, di questo paese, di questa Europa, di questo mondo.
Noi a “Gomorra”
Scout. Il clan Perugia 4 in missione in una delle aree più critiche di Napoli
AUTORE:
Beatrice Lillacci e il Clan Perugia 4