II sopralluoghi nelle zone colpite dal sisma di martedì 15 dicembre sono quasi terminati. “La situazione è sotto controllo” – ha detto a margine di una conferenza stampa svoltasi a Perugia il sindaco di Marsciano Alfio Todini. “Tre – ha proseguito – sono le direttrici su cui l’Amministrazione comunale si sta muovendo: la soluzione del problema abitativo per gli sfollati, la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività commerciali e produttive. La maggior parte degli sfollati (250 su 320) ha optato per un’autonoma sistemazione usufruendo degli appositi contributi pubblici. Per quanto riguarda le scuole, dopo la chiusura dell’elementare di San Biagio e della materna/elementare di Spina, “siamo in attesa – ha detto Todini – di risposte per la sistemazione di strutture temporanee da adibire a edifici scolastici”. Anche questa volta la macchina dell’emergenza ha funzionato, grazie al pronto intervento della Protezione civile, Vigili del fuoco e Forze dell’ordine. La sera stessa di martedì scorso sono state allestite tre strutture provvisorie per la notte con la somministrazione dei pasti. Fortunatamente sono poche le persone che hanno usufruito di tale assistenza: molte di loro sono state alloggiate presso parenti o amici. Al momento in cui andiamo in stampa sono conclusi i sopralluoghi nei centri maggiormente colpiti quali Spina, San Biagio della valle, Castiglion della valle e Sant’Apollinare. “Si tratta per la maggior parte di edifici dalle strutture vecchie, che si trovano all’interno dei centri storici e che per questo sono stati chiusi – ha detto l’ing. Sandro Costantini, dirigente della Protezione civile, operante al Coc (Centro operativo comunale) di Spina, con alle spalle un’esperienza da poco conclusa nei luoghi terremotati del comune de L’Aquila. “Ma danni si sono avuti anche nelle strutture più recenti. All’esterno sembra che non sia successo niente – racconta – ma appena entri ti accorgi che non è così: i fondelli mostrano crepe, le tamponature delle pareti sono crollate, ci sono buchi nei soffitti”. “Al momento, terminata la parte più impegnativa e sostanziosa dei sopralluoghi, quella legata ai luoghi più colpiti, il 35 per cento delle abitazioni è risultato non agibile”. In particolare, sono 120 le case gravemente lesionate e complessivamente 180 quelle non agibili. In molti casi si tratta tuttavia di seconde case o case vacanza. “Ci sono poi quei sopralluoghi compiuti in via precauzionale – spiega Costantini – che molti abitanti richiedono anche in mancanza di lesioni o danni evidenti”. Domenica 20, nelle zone colpite dal sisma, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso ha fatto un sopralluogo nelle zone colpite dal sisma, accompagnato dalla presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti la quale ha ringraziato le strutture della Protezione civile per il lavoro che stanno facendo ed ha ricordato che la Regione ha già stanziato i primi fondi per far fronte all’emergenza. Bertolaso ha inoltre assicurato il suo interessamento presso il Consiglio dei Ministri. Nei giorni scorsi la Regione aveva infatti presentato la richiesta che per il distretto sismico della Valle del Tevere sia dichiarato lo stato di emergenza. “Rappresenterò la situazione al ministro Tremonti nella speranza – ha scherzato Bertolaso – che il clima festivo del Natale e della Befana lo facciano sentire più buono e che ci metta a disposizione le risorse necessarie”. Nella stessa mattinata ha inoltre partecipato ad un incontro a Bastia Umbra davanti agli 850 volontari umbri che hanno partecipato ai soccorsi nelle zone colpite del comune de L’Aquila e che hanno concluso il loro lavoro nella zona. Ha ricordato l’ attività svolta per l’emergenza in Abruzzo. “Negli anni la struttura è cresciuta – ha osservato – perché la sua forza è la creazione di un sistema dove c’è condivisione tra istituzioni, forze di polizia, volontari ed i ruoli di ciascuno vengono valorizzati senza personalismi”. Manuela AcitoLa Caritas realizzeràCentri di comunitàÈ stata una visita proficua quella di mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, alle comunità di Spina e di San Biagio della Valle di Marsciano (Pg), le due più colpite dalla forte scossa di terremoto del 15 dicembre. Mons. Nozza è giunto lo scorso fine settimana accompagnato dal delegato della Caritas Umbria, Marcello Rinaldi, dal direttore della Caritas diocesana, Daniela Monni, e dal responsabile dell’Ufficio amministrativo diocesano, mons. Augusto Panzanelli. Mons. Nozza, nell’incontrare i parroci di Spina, don Marco Merlini, e di San Biagio della Valle, don Primo Alberati, ha ricordato l’obiettivo principale della Caritas nel supportare con mezzi e risorse a sua disposizione le comunità parrocchiali colpite da una calamità naturale quale un terremoto. “La Chiesa – ha detto il direttore della Caritas italiana – è impegnata affinché eventi sismici come questo, seppur localizzato ma che ha provocato molti danni, non causino il disgregarsi del tessuto sociale e pastorale, che è una ricchezza, una risorsa per la crescita dell’intera comunità. Proprio da questo tessuto bisogna avviare la ricostruzione non limitata alle sole abitazioni. È fondamentale che riprendano quanto prima le attività pastorali delle parrocchie, che svolgono anche un servizio sociale. Per questo abbiamo messo a disposizione la somma di 50 mila euro per far fronte alle necessità più urgenti e dotato la parrocchia di San Biagio della Valle di una grande tensostruttura già allestita accanto la chiesa inagibile, dove potranno tenersi le celebrazioni liturgiche e le attività pastorali a partire da quelle natalizie”. Come opere di medio periodo per le chiese ed edifici parrocchiali dichiarati inagibili, la Caritas italiana, in collaborazione con la Caritas diocesana e quelle parrocchiali, realizzerà due “Centri della comunità”, uno a Spina e l’altro a San Biagio della Valle. In quest’ultimo caso, in alternativa al Centro della comunità, si sta anche studiando di intervenire sugli edifici inagibili della canonica e della scuola materna. I Centri della comunità sono solide strutture prefabbricate realizzate con materiali lignei e metallici, progettate per durare nel tempo e concepite architettonicamente nel rispetto dell’ambiente circostante. Sono strutture dove possono essere celebrati riti liturgici e svolgersi attività pastorali e socio-aggregative rivolte non solo alla comunità parrocchiale, ma anche a quella civile. Mons. Nozza ha illustrato più dettagliatamente i Centri della comunità nell’incontro avuto con i responsabili del Comune di Marsciano presso il Comitato operativo per l’emergenza allestito dalla Protezione civile nella delegazione municipale di Spina. Mons. Nozza ha detto che “più presto vengono individuati i siti dove collocare i Centri della comunità, prima la Caritas italiana si attiverà per la loro realizzazione; questo proprio per venire incontro alle esigenze delle comunità parrocchiali”. Intanto, a Spina il parroco e i fedeli hanno deciso di celebrare le messe natalizie nella chiesa di Sant’Apollinare, che dista circa un chilometro e mezzo, mentre le attività di catechismo, su proposta del direttore della Caritas diocesana, verranno svolte nelle abitazioni private rimaste agibili, perché “la prima forma di carità – ha commentato Daniela Monni – è quella di stringersi, di far posto nelle proprie case a chi la casa l’ha persa”. Infatti, la gran parte degli oltre 300 sfollati ha trovato ospitalità da parenti ed amici.