In un tempo come il nostro, quello di tutti i giorni, bersagliato da reality che di realtà portano il solo nome, e di ingannevoli botox che alterano la figura umana impedendole di essere quella che è, in vista di uno scopo tanto effimero quanto ben delineato, cioè “per mantenersi ancora bene”, non sorge spontaneo un interrogativo? La bellezza per noi che cos’è? Siamo ancora capaci di uscire dai luoghi comuni e di svincolarci dalla morsa della pubblicità e degli artifizi? “Chi” è la bellezza? Oso mutare questa domanda, che inquieta e richiede risposta rigorosamente concreta, in un’altra che, se ben compresa, sradica e simultaneamente radica nel più profondo: “chi” è la Bellezza? Non possiamo cercarla in additivi, in agenti chimici che toccano la superficie e, in fin dei conti, ingannano miserevolmente le persone perché propongono solo un esemplare di facciata. Tappeti scorrevoli che divorano il tempo nel chiuso di una stanza, mentre si sono scordati i boschi, i prati, o in città, almeno i giardini che lasciano immergere lo sguardo negli alberi, nei fiori, nei cespugli. Tutto denuncia fatica e denaro sprecati per raggiungere la truffaldina meta. Da est però, sul fare della sera, sbuca una figura di donna, vestita lugubremente di nero che, tuttavia, lascia trapelare una luce “come se lei avesse buttato la notte sul mattino”. L’ImmacolataÈ la “donna” descritta da Marguerite Yourcenar: ha compreso che il grande dono della vita, di ogni esistenza, è la relazione con l’Altissimo e la possibilità di apprendere a ricevere il grande dono della misericordia. In lei Dio, il misericorde, vibra senza trovare ostacoli, ripiegamenti, perché è tutta luce, senza macchie di oscurità: Immacolata, appunto. Con le braccia spalancate come in preghiera, la donna rivela la sua identità: “Maria se ne andò per il sentiero che non porta da nessuna parte, come una donna a cui importi ben poco che le strade finiscano, dal momento che sa come camminare nel cielo”. Ecco, allora, il “Chi” che ci palesa la Bellezza di una natura incontaminata: soccorrere in misericordia tutti; percorrere un sentiero con un passo che ha appreso la sua movenza non sul tapis roulant ma proprio in Cielo. Tuttavia, non donna astratta, ma donna del Cantico dei cantici: “Tutta bella tu sei, amica mia; / in te nessuna macchia”. In che senso è “bianca” La stessa che ebbe un Figlio bambino fra le braccia che la faceva sorridere, come nell’antica scultura lignea di santa Maria la Blanca. Bianca non per il colore della pelle – anche perché, con ogni probabilità la carnagione di Maria portava i segni dell’Oriente – ma bianca perché ricevette un dono incommensurabile; non trappola per lei e mistificazione per noi, ma realmente dono di libertà. Una natura di cui tutti possiamo partecipare per lasciarci trasformare da natura intaccata a natura risplendente; e ritrovarci, come lei, vestiti di sole e con un passo che ormai lascia nella storia le orme del paradiso. I versi di RilkeNon è questione di dogmi prefabbricati ad arte e apologeticamente costruiti; è sapienza della Chiesa, che è andata scoprendo come una giovane ragazza di Israele fu generata “quando non esistevano gli abissi, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua” e porta in sé l’essere incontaminato e lo porge: “Stupende, benedette le mani. Nascono chiare a te dal manto, luminoso contorno quelle mani…”, come cantò il poeta Rainer Maria Rilke. Non poteva che essere senza macchia, tutta Bellezza, quella Donna che si aprì perché la storia, con tutte le sue brutture e i suoi abitanti, imparasse il passo profumato di Cielo.
“Tutta bella senza macchia”
IMMACOLATA. Meditazioni alla luce della letteratura. In lei Dio, il misericorde, vibra senza trovare ostacoli né ripiegamenti, perché è tutta luce, senza ombre
AUTORE:
Cristiana Dobner