Sant’Ercolano modello anche oggi attuale

Diocesi. Nella festa del Patrono il nuovo Arcivescovo lancia alla città un “progetto-giovani”

Vorrei cogliere dalla vita di sant’Ercolano un messaggio forte per i giovani, particolarmente per coloro che vivono nella nostra città durante il periodo degli studi universitari. Carissimi giovani, sant’Ercolano resse questa diocesi in un’epoca di grandi sofferenze e difficoltà, e fu instancabile annunciatore del Vangelo e della dignità dell’uomo, come ricorda il titolo defensor civitatis. Epoca travagliata la sua, ma certamente non facile neppure la nostra. A pochi giorni dal mio arrivo in questa stupenda e illustre città mi sono reso conto che anche qui non mancano situazioni di disagio. Nella mia vita ho incontrato tanti giovani; per più di venti anni ho fatto l’educatore nel Seminario di Firenze. Ho percorso tutta la Penisola incontrando giovani nei vari seminari d’Italia. Ho incontrato ogni anno migliaia di ragazzi. Ho potuto quindi constatare che molti si pongono profondi interrogativi sul senso della vita: “Chi sono? Da dove vengo? Qual è la meta a cui sono diretto?”. Spesso nelle scuole mi sono sentito rivolgere queste domande, ed altre che nascondevano, forse, drammi ancora più profondi. Perciò, chi considera i giovani come abulici, non li ha conosciuti pienamente. Quelle che a loro mancano, invece, sono risposte che diano un senso pieno alla loro esistenza. È la conseguenza del fatto che la società adulta non ha più punti di riferimento certi, ed ha permesso che svanisse il calore dell’autorevolezza della figura paterna e materna. Così è accaduto che ciascuno, proprio a cominciare dai ragazzi e dai più giovani, si sia ritagliato uno spazio dentro cui poter trovare risposte, affidandosi unicamente agli stimoli che gli venivano dall’esterno, dall’informazione. È questa la terribile illusione: che l’infor- mazione di massa sia sinonimo di formazione, per cui ogni messaggio viene equiparato all’altro, senza una gerarchia di valori. Emergenza educativaQuesta drammatica situazione il Papa Benedetto XVI l’ha definita “emergenza educativa”, in una lettera che lo scorso anno rivolse alla diocesi e alla città di Roma. L’assenza di appigli saldi ha persuaso i giovani ad una sorta di autogoverno delle coscienze. Il rifugio nei “paradisi” artificiali degli stupefacenti è una delle reazioni deformanti alla ricerca di senso, che anche in questa nostra città è in preoccupante crescita: è una ricerca su un terreno che può condurre addirittura alla morte o avere effetti rovinosi su famiglie, lavoro e affetti. Un altro fenomeno che si fa sempre più inquietante è quello dell’abuso di alcol, che non viene percepito come una forma di pericolo o un’espressione di povertà valoriale. Si tratta dell’ennesimo rifugio dalle difficoltà, una strada che non porta a nessuna meta se non al disorientamento. Ci interroga anche la tendenza all’eccessiva velocità quando si è al volante di un’auto, che spesso avviene a conclusione di serate il cui solo imperativo è stato il divertimento ad ogni costo, e che si porta con sé anche gravi incidenti, che vengono chiamati “stragi del sabato sera”. E sono davvero tragedie immani quando la vita si spegne sull’asfalto. Ulteriori espressioni di disagio sono rappresentate dal bullismo in cui domina la forza della prevaricazione o la violenza. Nella droga, nell’alcol e nella prepotenza, come pure in altre forme di deviazioni e dipendenze, i giovani cercano risposte alle loro aspirazioni alle cose grandi, al desiderio di avere più vita, di avere l’infinito: ma sono risposte che si rivelano menzognere e hanno il volto di inganni che non valgono a dare senso alla vita, ma a distruggerla. La sete di infinitoSant’Ercolano con la sua vita, il suo coraggio, la sua testimonianza ci dice che la vera sete di infinito è quella che ci parla di Dio e ci mette in cammino verso di Lui. Vorrei che stasera tutti i giovani che sono in Perugia avvertissero che il vescovo, la comunità cristiana sono pronti ad aiutarli. E vorrei che essi guardassero agli uomini e alle donne di Chiesa, non come a persone che vogliono limitare la loro libertà, imponendo regole rigide di vita, ma come a fratelli e sorelle che, nel nome di Gesù e del Vangelo, vogliono guidarli sulla via di una vita piena, vera, felice. Diceva Paolo VI: “Il cristianesimo non è facile, ma felice!”. Umilmente vorrei, da questa cattedra, lanciare una proposta, in nome e con l’autorità di sant’Ercolano il defensor civitatis, alle famiglie, alle parrocchie, alle istituzioni civili, alla scuola, all’Università – una delle più antiche d’Europa -, al volontariato, alle forze dell’ordine, ai sodalizi sportivi, ai gestori dei luoghi di aggregazione giovanile. Proprio da una realtà come quella di Perugia, così sensibile alle questioni sociali, perché non far partire questo progetto che farebbe della nostra terra un laboratorio nel nome dei giovani e per i giovani? A tutti coloro che si impegneranno su questa strada non mancherà il sostegno e la benedizione di sant’Ercolano e del suo ultimo successore. Facciamoci guidare dagli insegnamenti e dalla testimonianza del nostro celeste patrono per ridare alla nostra vita e a quella dei tanti giovani una solida base di speranza. Amen.

AUTORE: † Gualtiero Bassetti