Trump scherza col fuoco. Non è un buon inizio d’anno

In attesa delle elezioni presidenziali, dicevamo che non si poteva dire quale fosse la scelta migliore per gli interessi degli americani, ma di sicuro per noi europei con Trump sarebbero stati dolori. La realtà sta andando oltre le previsioni, se è vero che Trump, in una dichiarazione pubblica, ha minacciato di guerra la Danimarca se non gli cederà la Groenlandia, e ha proferito piacevolezze analoghe nei confronti di mezzo mondo.

Vorremmo cavarcela dicendo che non va preso sul serio; ma sarebbe una magra consolazione, perché non si può stare tanto tranquilli pensando che a capo degli Stati Uniti c’è un burlone che scherza col fuoco. I precedenti storici sono poco rassicuranti, perché la storia è piena di casi nei quali alle minacce hanno fatto seguito le invasioni; ultimo il caso dell’Ucraina. Torna il tema di una pace mondiale che è sempre fragile e incerta, fino a quando non ci sarà una vera autorità sovranazionale, dotata del potere legale di emettere decisioni vincolanti e della forza reale per farle rispettare.

In mancanza di una simile autorità (l’Onu ne è solo una pallida ombra, comunque da tenere cara), dobbiamo tuttavia puntare sul rispetto di alcune regole elementari: che i patti vanno rispettati (pacta sunt servanda); che tutti gli Stati, una volta riconosciuti – anche solo di fatto – hanno diritto di vivere in pace e sicurezza nei propri confini; che i confini fra uno stato e l’altro possono essere modificati solo consensualmente; che nei rapporti di diritto internazionale tutti gli stati hanno pari dignità e diritti, senza distinzioni fra grandi e piccoli, ricchi e poveri, forti e disarmati.

Ogni giorno, si può dire, in qualche parte del mondo si verifica una violazione di qualcuna di quelle regole elementari, e come abbiamo già detto non esiste un’autorità superiore che abbia la forza di rimettere le cose a posto. Ma è comunque importante che, sia pure solo nominalmente e ipocritamente, quelle regole siano condivise e onorate. Ecco perché si rimane sconcertati quando il presidente eletto degli Stati Uniti, col tono di chi fa una chiacchierata da bar, annuncia che pensa di far guerra alla Danimarca e di annettersi il Canada e altri territori in altre parti del mondo. Senza contare che altrove qualcuno ha già fatto e sta facendo cose analoghe. Un brutto modo per aprire l’anno 2025.

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