Celebrata a Perugia la festa di sant’Antonio abate

L’arcivescovo Ivan Maffeis: «La comunità non conosce confini»

«La processione di oggi mi ha fatto molto pensare non per gli animali, che ci stavano bene, ma per chi l’ha animata, perché le persone che portavano la statua del Santo e gli stendardi non erano solo del borgo, la comunità non conosce confini. Questi fratelli ci consegnano un volto di una umanità che si ritrova attorno all’essenziale. Camminiamo su questa strada». È l’esortazione dell’arcivescovo Ivan Maffeis a conclusione dell’omelia della festa di sant’Antonio abate, protettore degli animali, celebrata nell’omonimo borgo di Perugia, domenica pomeriggio 12 gennaio, rivolta ai numerosi fedeli, ai rappresentanti delle istituzioni e dell’associazione “Borgo Sant’Antonio-Porta Pesa”.

La benedizione degli animali

La celebrazione, presieduta dall’arcivescovo nell’antica chiesa, è stata preceduta dalla processione con la statua di sant’Antonio per le vie del borgo, allietata dalle musiche della Filarmonica di Pila, e conclusasi con la benedizione di tanti animali domestici e da cortile da parte del parroco don Marco Briziarelli.

Gesù nell’umanità di tutti i giorni

«Oggi è la festa del Battesimo di Gesù – ha ricordato l’arcivescovo all’inizio dell’omelia – e il Vangelo ci ha raccontato che Gesù si mescola ad una folla, ad una umanità che non era con la camicia bianca, ma era una umanità di tutti i giorni, che faceva fatica, in attesa di migliorare la propria condizione di vita con più giustizia e pace. Un’umanità che invocava il Signore come salvezza e come speranza. Gesù si fa uno del popolo per accostarsi al Battista nel ricevere il battesimo… La festa di oggi ci dice che quello che è avvenuto a Natale continua in tutta la vita di Gesù: scede, non sta nel palazzo, si immerge in quest’umanità, quasi a prenderci per mano, a ridarci fiducia».

Aiutati ad essere comunità

«Il Battesimo di Gesù – ha proseguito Maffeis – ci consegna, in fondo, l’annuncio della misericordia di Dio da cui nessuno è escluso. La misericordia di Dio, la sua fiducia, il suo amore colmano le nostre lacune, le nostre debolezze, le nostre cadute. La misericordia di Dio arriva lì dove tante volte l’uomo è disperato, ma il Signore di noi non dispera, ci ridà fiducia, ci rialza, ci aiuta ad essere comunità. Sant’Antonio abate, alla fine, ci ripropone questa storia, lui che si rifugia nel deserto per cercare questo rapporto con Dio diventa un riferimento per tanti che accorrono a lui».

Le parole della sindaca Vittoria Ferdinandi

Al termine della celebrazione è intervenuta la sindaca Vittoria Ferdinandi: «È un onore partecipare a una cerimonia che rimanda a una tradizione molto antica tornata a piena vita grazie a un’associazione tra le più attive del territorio, esempio di quel senso civico che anima le nostre comunità. Questa, in particolare, dimostra di essere una comunità senza confini e che sa mantenersi unita nelle differenze. Il messaggio che ci consegna sant’ Antonio, protettore della terra e degli animali, è più attuale che mai. Il mondo è una eredità che riceviamo dai nostri padri, un bene che abbiamo in prestito e da restituire a chi verrà dopo di noi. Per questo dobbiamo abitarlo in un rapporto di profonda cura e rispetto per l’ambiente».

La voce dell’associazione “Borgo Sant’Antonio-Porta Pesa”

All’inizio della celebrazione ha salutato e ringraziato le autorità civili e religiose Francesco Pinelli, presidente dell’associazione “Borgo Sant’Antonio-Porta Pesa”. «I nostri soci – ha detto – hanno la vocazione di non stare chiusi in casa davanti al computer, ma di stare con gli altri. Questo s’impara facendo le cose insieme, trovando la forza e l’energia di far ripartire, dopo quasi cinquant’anni di oblio, questa grandissima festa popolare che risale al secolo XIII. Sant’Antonio abate è il protettore degli animali ed è molto sentita la loro benedizione. Fa anche molto piacere la collaborazione dell’Amministrazione comunale a questa festa popolare. Dove gli abitanti riescono a organizzarsi nei vari quartieri devono essere aiutati, perché non c’è solo il momento di festa, ci si ritrova insieme per la vita di ogni giorno. Il nostro borgo vive tutto l’anno nel lavorare insieme e nel riscoprire il senso della socialità nell’avere dei sogni e di realizzarli».

Riccardo Liguori

 

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