La crisi climatica ormai continua a bussare violentemente anche alle porte delle nostre società. Dai cicloni alle tempeste, dai disastri “naturali” ai periodi di siccità sempre più estesi, anche Europa e Usa non possono più dirsi indifferenti rispetto ai cambiamenti climatici.
“Auspico che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune” – aveva detto Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 10 novembre. E in effetti si tratta di un’occasione cruciale per avanzare su obiettivi chiave come la riduzione drastica delle emissioni globali di CO₂ in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
Si aspettano anche un maggior supporto finanziario per i paesi più vulnerabili, soprattutto attraverso il Fondo per le perdite e i danni, istituito per aiutare le nazioni colpite dagli impatti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, e il supporto alle energie rinnovabili.
Ma al di là degli obiettivi che oramai dovrebbero essere assolutamente chiari, c’è bisogno di elaborare meccanismi di controllo e monitoraggio per bandire ogni forma di greenwashing e promesse vaghe. E anche se l’elezione di Trump rappresenta sicuramente un freno al cammino delle Cop, l’auspicio non può che essere una conversione ecologica anche del suo cuore sollecitato dal grido della terra e di tutti i suoi abitanti.