Nel cuore dell’Umbria, i comuni di Gubbio e Perugia rappresentano esempi di accoglienza e integrazione, grazie all’impegno delle cooperative che gestiscono il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Carlo Di Somma, presidente di Confcooperative Umbria, è uno dei protagonisti di questo sistema. Racconta la complessa esperienza vissuta in questi territori, mettendo in luce il valore del dialogo per favorire la coesione sociale.
Il Sai è un progetto nazionale, volto a garantire un’accoglienza ai richiedenti asilo e ai titolari di protezione.
Secondo Di Somma, la gestione di questo sistema richiede un rapporto costante tra enti locali, associazioni e cooperative. Tuttavia, la sua realizzazione pratica non è sempre lineare. La chiave del successo è stata la partecipazione attiva degli stessi beneficiari del progetto, collaborando con i volontari locali in eventi come il Festival del Medioevo a Gubbio. Questa presenza attiva ha permesso di rompere le barriere culturali e sociali, trasformando i pregiudizi in momenti di condivisione.
Anche a Perugia l’integrazione non è stata priva di sfide, di Somma ha ricordato il passaggio da un governo di centrosinistra a uno di centrodestra, che inizialmente ha generato preoccupazioni tra coloro che temevano una stretta sull’accoglienza. Tuttavia, grazie al dialogo tra le parti, il Sai ha continuato a operare con successo, accogliendo un numero persino maggiore di ospiti rispetto al passato.
Un episodio significativo si è verificato quando un gruppo di giovani di Forza Nuova ha organizzato una manifestazione contro un centro di accoglienza situato in una ex caserma dei carabinieri. A sorprendere i manifestanti sono state le stesse anziane del quartiere, che hanno difeso l’integrazione dei migranti, sottolineando come la loro presenza avesse portato solo benefici, dalla cura del verde pubblico all’organizzazione di feste di quartiere.
L’esperienza di Gubbio e Perugia dimostra che l’accoglienza è una sfida culturale che richiede tempo, pazienza e la capacità di costruire relazioni basate sulla reciprocità. Il Sai ha avuto successo anche attraverso piccoli gesti quotidiani di collaborazione e condivisione, che hanno trasformato comunità inizialmente diffidenti in esempi di integrazione riuscita.
Fatima Garouan