I “disastri naturali” uccidono. Serve la cura per la casa comune

Facciamo bene a raccontare i conflitti in corso che sempre di più assumono i contorni di massacri e carneficine, ma non possiamo per questo dimenticare quell’altra guerra in atto contro l’ambiente che, per questo, continua a presentarci il suo conto. Le piogge monsoniche in Nepal si sono fatte più violente e disastrose che nel passato. Si calcola che siano circa 200 le persone morte a causa delle alluvioni e degli smottamenti provocati dalle piogge torrenziali negli ultimi giorni di settembre. A queste vanno aggiunte altre 194 persone che sono rimaste ferite e 30 dispersi. Migliaia le case distrutte, le infrastrutture danneggiate, gli abitanti che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni.

Negli Usa, in Florida e North Carolina, l’uragano Helene ha fatto la voce grossa e ha provocato 180 vittime secondo il bilancio provvisorio. Era dal 2005 che negli Stati Uniti non si registrava un numero così alto di vittime a causa di un disastro naturale. Secondo gli scienziati il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità̀ di questi fenomeni che continuiamo a definire “naturali” ma che potrebbero trovare una soluzione o un attenuamento se solo cominciassimo sul serio a prenderci cura della nostra casa comune.

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