Vestrelli: “L’integrazione è la base per una società più sicura”

Alessandro Vestrelli da più di trent’anni si occupa di immigrazione, dialogo interculturale e interreligioso, pace, diritti umani, politiche di coesione sociale.

Ha diretto il Servizio rapporti internazionali e cooperazione della regione Umbria dal 2008 al 2013, e dal 2013 al 2021 il Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio sanitaria, economia sociale e terzo settore. Attualmente collabora alla rivista altotiberina L’Altrapagina .

Considerata la lunga e attiva esperienza nell’ambito della migrazione e, il periodo di dirigenza dell’ufficio regionale “rapporti internazionali e cooperazione”, all’incontro promosso da “Voci dal mondo” a Gubbio, sabato 20 luglio, ha portato una chiave di lettura dell’accoglienza dei migranti attenta all’aspetto giuridico del fenomeno.

Ha parlato della legge della Regione Umbria su “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari”, la 18 del 1990, sottolinenado che “fu tra le più innovative perchè affronta la materia immigrazione organicamente ponendo al centro i diritti, la partecipazione e la tematica interculturale e delineando un un ampio ventaglio di azioni positive”.

Le istituzioni hanno un ruolo strategico nella gestione della immigrazione

Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni ancora oggi impegnate per coordinare interventi proattivi per la società multiculturale in Umbria, Vestrelli ai microfoni di “Voci dal mondo”, ha affermato che “le istituzioni possono rivestire un ruolo che può rivelarsi di esempio, essenziale e strategico per il raggiungimento dell’obiettivo, possibile, di una immigrazione governata e non lasciata al Far West!”.

“Occorre che le istituzioni si impegnino concretamente – ha aggiunto – in azioni finalizzate a prevenire il disagio sociale e le derive estremistiche, che possono essere causati da mancata possibilità di inserimento. L’integrazione dei migranti è anche alla base di una società più sicura”.

“Chi è accolto si impegna a imparare la lingua italiana, condividere i valori della Costituzione, rispettare le leggi, partecipare alla vita economica e sociale del paese; chi accoglie si impegna ad assicurare l’uguaglianza e la pari dignità, la libertà di religione, l’accesso alla istruzione, interventi diretti a facilitare l’inclusione”. Quest’ultima affermazione di Vestrelli, potrebbe costituire una vera e propria definizione di che cosa significa fare integrazione e soprattutto come. Il tutto, in una semplice e comprensibile frase.

Khalid, ora è avvocato

Vestrelli ha concluso il suo intervento raccontando alla conduttrice Fatima una storia che ha vissuto in prima persona, quella di Khalid Belckchac “approdato ad Umbertide da bambino”, il quale “ha tenacemente perseguito i suoi obiettivi di progresso nello studio e nel lavoro”.

Spesso – ha raccontato Vestrelli – Khalid ama sottolineare “la differenza tra il suo essere di seconda generazione (i giovani nati in Italia o arrivativi da piccoli) e le prime generazioni (quella dei suoi genitori, arrivati da adulti negli anni ‘70-‘80) il cui unico obiettivo era di trovare nuove opportunità di sopravvivenza per poi tornare in Marocco dopo essere riusciti a costruirci una casa utilizzando i faticati risparmi. Le seconde generazioni sono quelle che oggi soffrono di più la mancata approvazione della legge sullo ius soli e quindi le restrizioni causate dal non essere riusciti ad essere appieno cittadini italiani”.

“Oggi Khalid è un bravo avvocato con già una ottima esperienza alle spalle maturata nella nostra regione soprattutto a fianco dei migranti”.

Il 30 aprile l’avvocato Khalid Belckchac ha inaugurato a Umbertide il suo studio: “Bello, confortevole, nuovo di zecca!”.

Marius Daniel Langa

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