Il Papa e l’amicizia con l’Islam, in Indonesia tra dialogo e rispetto

Non tutti sanno che il Paese al mondo con il maggior numero di musulmani è l’Indonesia che Papa Francesco ha visitato nei giorni scorsi. In questo senso assume particolare significato l’incontro con il grande imam Nasaruddin Umar a Giacarta nella moschea di Istiqlal, la più imponente di tutta l’Asia. Per la verità Francesco in questi anni ci ha abituato all’amicizia coltivata con alcuni dei principali leader religiosi musulmani del mondo. Nel viaggio indonesiano spicca il dato storico sottolineato dallo stesso Papa per cui quella moschea “è stata progettata dall’architetto Friedrich Silaban, che era cristiano e si aggiudicò la vittoria del concorso.

Ciò attesta che, nella storia di questa nazione e nella cultura che vi si respira, la moschea, come anche gli altri luoghi di culto, sono spazi di dialogo, di rispetto reciproco, di armonica convivenza tra le religioni e le diverse sensibilità spirituali”. Dialogo e rispetto simbolicamente sottolineati da quel tunnel che è stato denominato “dell’amicizia” e che parte dalla cattedrale di Giacarta passando sotto la strada a scorrimento veloce, per giungere nei pressi della moschea.

Gli atti di violenza e terrorismo fanno rumore e morti, le guerre troppo spesso si ammantano di ragioni religiose e soffiano sul fuoco delle contrapposizioni e della presunzione del possesso della verità, ma in silenzio il mondo è attraversato da tanti tunnel dell’amicizia in fondo ai quali rifulge la luce dell’unico Dio e del rispetto per ogni creatura.

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