Destra/Sinistra. Oppure?

ABAT JOUR

Tutti dicono che è un binomio in crisi. Certo, e bisogna ringraziarne Dio, perché è la fine di una lunga ipocrisia. Da una parte gli impegni del socialismo reale che, dopo un approccio inizialmente positivo (nessuno può scordare che prima della Rivoluzione d’ottobre la ‘Grande Russia’ dal punto di vista sociale era un nanerottolo mostruoso), dovettero concentrarsi a nascondere le continue sconfitte delle fasce deboli. Dall’altra le destre di tutte le risme che, impegnandosi a rimettere indietro le lancette dell’orologio, volevano ipotecare il futuro e ci sono riuscite: secondo molti analisti seri, la crisi economica nella quale siamo impantanati ha le sue radici nella deregulation di Reagan, un invito criptato (ma mica tanto!) ad arricchirsi infischiandosene di tutte le regole; a tracciare un solco profondo tra la finanza e l’economia, e fra l’economia e il lavoro/investimento. ‘brLo Stato moderno è nato al’insegna dell’uguaglianza. Poi ci siamo però accorti che l’uguaglianza assoluta può anche essere un bluff: fare parti uguali – dirà don Milani – fra gente che vive situazioni disuguali, non solo è ingiusto, ma anche canzonatorio, in quanto dà l’impressione di realizzare la giustizia perpetuando l’ingiustizia. ‘
La nostra Costituzione l’ha recepito all’art. 3. Ma tra la proclamazione dei diritti e la loro effettiva esigibilità non c’è collegamento automatico: tanti fattori possono intervenire a rendere difficile o impossibile quel collegamento. Oggi pare che il massimo ostacolo concreto sulla via della giustizia sia l’evasione fiscale. Se così è, non ce n’è molta coscienza in giro. Ieri sera, su Sfide, ho ascoltato l’autocelebrazione di Valentino Rossi; il quale, nel suo mirabolante simpaticissimo racconto ha dovuto per forza sfiorare, se non proprio raccontare, come e qualmente fosse riuscito ad evadere per 110 milioni di euro. Ne è venuto fuori un raccontino infantile di un piccolo incidente di percorso. Come dire: càpita. Come può capitare di sbagliare una staccata proprio mentre sta sopraggiungendo Casey Stoner. Credo che su questo piano anche noi credenti dobbiamo dare il nostro grande, specifico contributo: come credenti, prima ancora che come cittadini. L’adesione allo Stato democratico e allo Stato sociale non è una questione tecnica, come scegliere tra un capo tribù con il labbro inferiore traforato e un capotribù con due cerchioni di bicicletta ai lobi degli orecchi. Lo Stato democratico e lo Stato sociale in una coscienza cristiana adulta non sono affatto un optional. Ma conoscete qualche confessore che ai suoi (rari) penitenti chieda se hanno evaso il fisco?

AUTORE: Angelo M. Fanucci