Nuovi vescovi: la scelta del Papa coinvolge tre diocesi

Giovedì 16 luglio, in contemporanea con l’annuncio dato nella Sala stampa vaticana, nelle curie di Spoleto, Perugia ed Arezzo, sono stati annunciati i nuovi vescovi di queste diocesi. A Perugia l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, che lascia per il compimento dei 75 anni, dopo 14 anni di episcopato, ha ufficialmente annunciato il nome del suo successore: il vescovo mons. Gualtiero Bassetti, alla guida della diocesi di Arezzo – Cortona – San Sepolcro dal febbraio 1999. A sua volta mons. Bassetti ha potuto annunciare il nome del suo successore nella persona di mons Riccardo Fontana, arcivescovo (manterrà questo titolo personale) di Spoleto dal gennaio 1996, il quale, a sua volta ha annunciato il nome del suo successore, il vescovo mons. Renato Boccardo che lascia il suo incarico di Segretario del Governatorato pontificio per assumere la guida della diocesi umbra. Una giornata intensa nonostante la stampa abbia variamente e ampiamente scritto su queste nomine prima della loro ufficializzazione. Mons. Chiaretti: a Perugia un intenso episcopato Per salutare e ringraziare l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti ci sarà ancora tempo e la diocesi non mancherà di trovare i modi opportuni per farlo in maniera degna. L’arcivescovo, infatti, ancora per qualche tempo, almeno fin dopo le vacanze estive, rimane in sede come amministratore apostolico. Iniziamo pertanto solo a dare qualche accenno alla sua vita e alla missione da lui svolta come pastore, prima a San Benedetto del Tronto Montalto e Ripatransone e poi a Perugia Città della Pieve. Ma andiamo con ordine. Giuseppe Chiaretti nasce a Leonessa il 19 aprile 1933. Viene ordinato sacerdote l’8 dicembre 1955. Il 7 aprile 1983 è eletto vescovo delle diocesi unite ‘in persona episcopi’ di Montalto e Ripatransone-San Benedetto del Tronto. La consacrazione episcopale avviene a Spoleto il 15 maggio 1983 ad opera del cardinale Sebastiano Baggio. Sacerdote di vasta cultura, laureato in lettere nell’Università di Perugia, abile oratore, mons. Chiaretti, prima di essere eletto vescovo ha esercitato il ministero di parroco, di insegnante, di direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e poi di vicario generale della diocesi di Spoleto. Il 9 dicembre 1995 è nominato arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e prende possesso il 28 gennaio 1996 succedendo a mons. Ennio Antonelli. Raccontare tutto il lavoro che ha svolto in questi anni è roba da libro di storia e non da breve articolo. Attualmente è vicepresidente della Cei, presidente della Conferenza episcopale umbra e membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani. Si può dire globalmente che ha detto tutto e ha fatto tutto quello che compete ad un vescovo in attività pastorale. Se si volesse farne una sintesi si dovrebbe incominciare con il dire che ha parlato molto e scritto molto e questo fa parte del ministero della parola e del magistero, ha celebrato tutti i sacramenti in quantità sovrabbondante e certamente senza risparmio di tempo e di energie. Ha fatto la visita pastorale con grande soddisfazione sua e della gente che ha visitato. C’è un aspetto che ha curato con particolare attenzione e sensibilità, quello dei bambini e ragazzi che ha incontrato e che gli hanno inviato pensierini e disegni raccolti in un volume. Ha celebrato il Congresso eucaristico, proprio all’inizio con grande spettacolarità esibita ad arte per inviare un messaggio forte ad una città infarcita di cultura di sinistra e massonica. Nello stesso tempo ha cercato il dialogo con le istituzioni, andando in visita al Consigio comunale e al Consiglio regionale e tenendo stretti rapporti di amicizia e di collaborazione con le amministrazioni locali e con l’Università. Questo è un capitolo a parte che in seguito potremmo sviluppare data la sua importanza. Egli spesso ha parlato delle due università e dei 40 mila giovani che studiano a Perugia, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Il tragico assassinio della studentessa inglese, compiuto nel cuore della cittadella universitaria, è un allarmante tragico avvertimento di un problema aperto. Un altro aspetto che ha curato è quello della carità sotto la forma classica della caritas diocesana e parrocchiale e sotto altre forme rivolte ad aiutare gli emarginati. Un grande entusiasmo per gli oratori che ha fatto rinascere e infine, la vicenda più riassuntiva e che dà luce a tutto un periodo è stata la preparazione e la celebrazione del Sinodo diocesano che ha coinvolto moltissimi membri sinodali rappresentanti di tutte le varie realtà diocesane. È stato un fatto storico che rimarrà negli Atti e nella memoria storica della popolazione perugina e pievese ed avrà il timbro e la firma dell’arcivescovo Chiaretti. Egli, tra l’altro, rimarrà in qualche modo legato alla diocesi e alla regione attraverso il commento al vangelo che gli abbiamo chiesto per La Voce per il prossimo anno a partire dall’Avvento. L’arcivescovo, pertanto, non lascia, ma, in qualche modo, resta.

AUTORE: E. B.