Convergenze parallele

Con i risultati dei cinque ballottaggi umbri, archiviati ma ancora “freschi”, dalle elezioni comunali a quelle europee non si ferma la scia dei commenti, delle analisi e – a volte – anche dello scontro politico sul ruolo e sul posizionamento dei cattolici. Un dibattito che affiora spesso, provocando lacerazioni e ferite profonde.

Con uno sguardo attento sulle recenti amministrative, si nota come – in maniera più evidente o sotto traccia – la questione dei cattolici schierati da una parte o dall’altra non abbia riguardato solo il ballottaggio perugino, dove ci sono stati interventi e “manifesti” pubblici a favore delle due candidate di centrosinistra e centrodestra. La questione ha toccato molto da vicino anche Foligno e Gubbio, ad esempio, e altri Comuni ancora. In qualche caso le Curie diocesane e gli stessi Vescovi sono stati tirati per la giacchetta, tanto da dover diffondere messaggi di imparzialità, dialogo e richiamo alla responsabilità di elettori e candidati.

Tutto questo, alla vigilia della Settimana sociale di Trieste, chiamata a riflettere su cosa sia necessario ritrovare nel cuore della democrazia, riscoprendo una sana partecipazione popolare. Anche su queste pagine vorremmo fare la nostra parte, a cominciare dal riaprire un dialogo e un dibattito tra cattolici che possa contribuire a mettere da parte le divisioni, per riscoprire obiettivi e orizzonti comuni, pur nella differenza di schieramento.

Le nostre comunità locali, nazionale ed europea non possono permettersi il calo della partecipazione dei cittadini alle scelte che li toccano da vicino, manifestato dall’affluenza elettorale in continua flessione. Ci sono disuguaglianze sociali sempre più radicate e una povertà ormai troppo strutturale e cronica, arrivata ai massimi storici anche nella nostra Regione.

Frammentazione e polarizzazione tra gli schieramenti non aiutano la politica a risolvere i problemi reali e urgenti delle nostre comunità. Anzi, aumentano ancora di più il distacco delle persone dalla “cosa pubblica”, lasciando spazi incontrollati ai populismi di ogni specie.

Ecco, forse proprio da qui potrebbero e dovrebbero ripartire i cattolici, ritrovando l’unità nel favorire dialogo e convergenza tra schieramenti diversi sulle scelte davvero importanti per il Paese, per i Comuni e per tutti i cittadini.

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