La libertà di stampa è anche e soprattutto “affar nostro”

Nei giorni scorsi si sono celebrate due giornate mondiali di particolare rilievo: la Giornata della libertà di stampa (3 maggio) e la Giornata delle comunicazioni sociali (12 maggio). Appuntamenti importanti non solo per gli operatori dell’informazione ma soprattutto per i destinatari, ovvero per tutte e tutti.

L’informazione è la prima forma di carità perché senza di essa non conosceremmo alcune delle situazioni verso cui esercitare una prossimità intelligente ed efficace. Queste ragioni rendono gravissimo il divieto posto dal governo israeliano all’accesso dei giornalisti nella Striscia di Gaza all’indomani del 7 ottobre, il numero di giornalisti morti in quell’area e la chiusura della sede dell’emittente Al Jazeera definita “terrorista”.

Il provvedimento israeliano è giunto due giorni dopo la Giornata della libertà di stampa e solo qualche giorno prima dell’anniversario dell’uccisione della corrispondente di Al Jazeera Shireen Abu-Akleh (11 maggio 2022) in un raid israeliano a Jenin, in Cisgiordania. L’Unesco che ogni anno assegna un premio per la libertà di stampa, quest’anno l’ha conferito a tutti i giornalisti corrispondenti da Gaza.

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