La speranza inizia a farsi largo dopo la fase dell’emergenza. Immediatamente, anche la Chiesa umbra ha dato la sua disponibilità inviando una delegazione Caritas regionale che strutturerà un proprio campo operativo nella zona di Pile, affidato a don Marco Gasparri della diocesi di Orvieto-Todi.
‘Tutte le attività della delegazione Caritas umbra ‘ spiega Nicola Cimadoro, responsabile del centro operativo Caritas di Terni Narni Amelia ‘ sono concordate dai Vescovi e direttori della Caritas diocesane, proprio perché in questa emergenza la Chiesa umbra opererà insieme. Attualmente, oltre alle disponibilità dei volontari, si raccolgono offerte in denaro per far fronte agli interventi infrastrutturali dei campi e delle parrocchie che ci sono state affidate. In questo momento siamo alla ricerca di roulotte, casette in legno, lavagne a fogli per le scuole nelle tende’.
‘La presenza di noi umbri, che abbiamo vissuto un’esperienza di terremoto e ricostruzione, è importante per la gente abruzzese ‘ dice Stefano Sereni, volontario ternano dell’Azione cattolica di ritorno dal primo turno nel campo Caritas -. Ho visitato diverse tendopoli, aiutando a sistemare indumenti, giocattoli, alimenti. Ho aiutato le insegnanti della scuola materna con i bambini, sono andato a visitare le persone sole e anziane che non hanno lasciato le loro case e non sono sempre raggiunte dalla Protezione civile. Questo ci ha permesso di fare una prima mappatura della situazione della zona che ci è stata affidata’.
È l’organizzazione del campo Caritas, dove i volontari svolgono con entusiasmo e meticolosità i loro compiti, qualsiasi attività venga loro richiesta: dalla pulizia dei bagni alla mensa, dalla distribuzione di vestiti all’animazione dei bambini. C’è tanto da dare e c’è soprattutto da ascoltare, perché c’è sempre bisogno di chi, oltre a tendere una mano, sappia condividere e consolare.
Daniela Lucarini, giovane volontaria della diocesi di Spoleto racconta: ‘Ho partecipato a questa attività della Caritas per stare dalla parte della gente, al loro fianco, per dare anche una sola parola di conforto. La condivisione della loro vita attuale è quello che cerchiamo principalmente di mettere nel nostro servizio. Un contatto fatto di solidarietà dove si è creato un unico grande gruppo, dove condividiamo la sofferenza e il dolore per il dramma che ancora stanno vivendo queste persone, legato non solo al fatto di aver perso la casa e, nei casi peggiori, dei familiari, ma di aver perso la quotidianità della vita, le abitudini, le amicizie. Ora – aggiunge – bisogna essere predisposti a pensare come queste persone che hanno vissuto un’esperienza tragica, per le quali non esiste più il passato, non esiste ancora il futuro e la cui unica certezza è il presente’.
E tornano a suonare la campane a Poggio di Roio, nella tendopoli che ospita i 700 abitanti del piccolo centro alle pendici del Monteluco, dove i volontari del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom) della sezione di Terni, guidati da don John Mc Elroy, oltre a prestare assistenza alla popolazione già nelle ore successive al sisma, hanno ricreato all’interno del campo, in una tensostruttura donata da un imprenditore ternano, un piccolo santuario con tanto di torre campanaria che diffonde il suono registrato delle campane a festa.
In occasione della solennità della Madonna delle Croce il vescovo di Terni – Narni – Amelia mons. Vincenzo Paglia ha reso omaggio alla Madonna, donando il cero pasquale, gli arredi sacri e i paramenti per la celebrazione eucaristica che saranno poi usati nella chiesa prefabbricata, e il tabernacolo proveniente dal santuario diocesano della Madonna del Ponte, con il quale è nato un bel gemellaggio che unisce la comunità di Roio e quella di Narni.
Sull’improvvisato altare, nella grande tenda che ospita la sala mensa e lo spazio comune della tendopoli, sono state poste anche l’icona e la reliquia di san Valentino donate alla parrocchia di Roio, e i Vangeli commentati dal vescovo Paglia destinati ad ogni membro della comunità che vive nella tendopoli. Accanto all’altare, l’antica statua lignea della Madonna, rimasta intatta dopo il sisma, e la rosa d’oro che il Santo Padre ha donato alla Madonna di Roio nella sua visita a L’Aquila.