A Kiev, la Casa “Padre Pio” è un luogo di pace e preghiera. Lì, nei pressi del convento francescano, è nato un progetto di cura per le madri dei soldati morti in guerra: a conflitto ancora in corso, i cappuccini d’Ucraina lavorano per una riconciliazione dello spirito, primo passo per costruire la pace e riaccendere la speranza. Un progetto sostenuto dai lettori di Frate Indovino e dalla Fondazione Assisi Missio, iniziato nel febbraio 2023, che ha coinvolto 127 madri: per queste, oltre all’aiuto materiale, è stata una via di cura per riaccendere la speranza, una scintilla di nuova vita.
Un progetto in collaborazione con la Caritas perugina
“Fin dai primi giorni di marzo 2022 spiega fra Carlo Maria Chistolini, responsabile della Fondazione Assisi Missio – abbiamo subito cercato di fare qualcosa di concreto per sostenere chi era maggiormente colpito dalla guerra organizzando, in collaborazione con la Caritas perugina, un primo convoglio di cibo e aiuti di prima necessità. Nel tempo poi abbiamo messo a disposizione le nostre case in Italia per ospitare alcune famiglie scappate dalla guerra ed è nato così uno scambio fecondo che ha reso possibile anche l’avvio di questo progetto”.
I Cappuccini della Custodia d’Ucraina
Sono 41 i frati cappuccini della Custodia d’Ucraina: vivono in sette conventi in varie zone del territorio ucraino e in due conventi in territorio russo, rappresentando con i fatti un autentico ponte di pace fra le due nazioni in guerra tra loro. Fra Carlo Maria e Paolo Friso, direttore delle Edizioni Frate Indovino, hanno visitato i confratelli di Kiev, portando loro gli aiuti economici per sostenere il progetto “Le madri di Casa Padre Pio”. Sono stati il tramite della vicinanza della “famiglia” dei cappuccini umbri e italiani a quanti vivono ogni giorno nella paura e nella sofferenza. Tutto questo proprio nei giorni scorsi, in occasione dei due anni dall’inizio del conflitto.
A Kiev programma di cura per le mamme e le mogli di soldati
A Kiev hanno testimoniato anche l’avvio di una nuova sessione del programma di cura dedicato alle madri e alle mogli dei soldati di cui non si hanno più notizie o che sono caduti in combattimento. “Il lavoro e la preghiera, l’arteterapia e la ginnastica, la cura del corpo e la musica – spiegano – sono strumenti validi per superare lo stress emotivo della perdita e favorire la riconciliazione, primo passo per far riaccendere la speranza in un futuro di pace”.
Fra Carlo Maria Chistolini: “Un ponte di solidarietà che vogliamo continuare”
Il percorso residenziale per 20 di queste mamme, iniziato circa un anno fa, è terminato in questi giorni ma il progetto continua, crescendo nei numeri e nella professionalità dei volontari che vi operano. “Sono stati giorni di fraternità e solidarietà con i frati cappuccini che ringraziamo per la loro accoglienza. Nonostante il dolore e le lacrime – racconta ancora fra Carlo Maria – abbiamo vissuto un tempo di gioia e di speranza, come nel compleanno di Ludmila. Ma il nostro compito non finisce qui: vogliamo continuare questo ponte di solidarietà e siamo certi che non mancherà il sostegno di tutti gli amici di Frate Indovino ”.