L’evoluzione umana oggi è ‘involuzione’

Le conclusioni del ciclo di incontri per insegnanti e direttori sul tema 'L'evoluzione incompiuta'

Con il terzo incontro guidato dal prof. Carlo Nanni, preside della facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università pontificia salesiana, è terminato venerdì 24 aprile il ciclo di incontri proposti per il secondo anno consecutivo, con crescente successo di partecipazione di insegnanti ed educatori, dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università (Cresu). La riflessione sull’evoluzione dell’uomo, centrata sugli aspetti biologici e filosofici nei due incontri precedenti, è stata declinata dal prof. Nanni in termini pedagogici, a partire dalla constatazione dell’accelerazione dei cambiamenti sociali e culturali e dalla rivoluzione / invasione dei mezzi di comunicazione (tv, internet, ecc.). Questo fa sì che siano di molto amplificate le differenze di sensibilità e di comportamento tra gli adolescenti di oggi e gli adolescenti di trent’anni fa. Ad esempio, la vita di strada o di quartiere che ha accompagnato la nostra crescita, in compagnia dei ‘soliti amici’, è oggi sostituita dalla realtà virtuale delle chat, che rischiano di isolare le persone e spingerle quasi a cambiare la propria identità a seconda dell’interlocutore del momento. Diventa dunque oggettivamente più difficile immedesimarsi nella condizione dei propri alunni e fare il confronto con le esperienze vissute in prima persona solo pochi decenni prima. Inoltre, si sta osservando uno scarto paradossale tra la enorme ricchezza di informazioni, di opportunità e di occasioni offerta ai giovani di oggi (rispetto a quelli di ieri) e la loro apparente fragilità. Questa si riflette anche in un progressivo deterioramento della capacità di autonomia degli studenti e della loro preparazione culturale (soprattutto nelle materie scientifiche, ma non solo). Dunque, siamo forse per la prima volta nella storia di fronte ad un’evoluzione che può rivelarsi in realtà una ‘involuzione’ sul piano culturale, pur in presenza di mezzi e strumenti quasi illimitati. Se ci fossimo illusi che ad una più ampia offerta di possibilità economiche e culturali corrispondesse automaticamente una crescita qualitativa delle persone, dobbiamo ora umilmente ammettere di essere stati affrettati e superficiali. Invece la realtà ci dimostra che è inutile offrire opportunità ai giovani, se non si cura, in modo personale e quasi artigianale, la crescita delle singole persone, favorendo lo sviluppo di una forte e chiara identità e personalità. Questo lavoro difficile e delicato possono farlo solo genitori e insegnanti che siano capaci di trasformarsi davvero in ‘educatori’: anzitutto stando con i ragazzi, ascoltandoli, e poi suscitando domande e interessi, senza alimentare una prospettiva utilitaristica di breve respiro, fornendo risposte ‘corte’ e pre-confezionate. È dunque importante mettersi in gioco, coinvolgersi nell’avventura educativa con i propri figli e i propri alunni, non solo favorendo lo sviluppo di ciascuno secondo i propri talenti, ma anche avendo un ruolo attivo nell’accompagnare e nel condurre (ex-ducere, educare), per un tratto di strada, verso un orizzonte di senso.

AUTORE: Giovanni Carlotti