Quando la vedi da fuori ti chiedi: cos’è sta roba? Basta varcare la soglia e la domanda si trasforma in stupore perchè quel cubo di cemento, tanto imponente quanto diverso dalle chiese romaniche dell’Umbria, rivela un cuore fatto di luce dove lo sguardo s’innalza, immediato, verso l’alto. Mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno, domenica 26 aprile consacrerà la nuova chiesa di Foligno, “firmata” da Massimiliano Fuksas, uno dei maggiori architetti italiani. Intorno a quel cubo di 25 metri per lato e per altezza, senza campanile, che s’impone sull’orizzonte della periferia della città, i folignati si sono divisi tra i pro e i contro giudicando quanto si vede da fuori e, più di recente, dalle foto dell’interno pubblicate su internet (www.oicosriflessioni.it).
Venerdì finalmente le porte si apriranno e tutti potranno varcare quella soglia. Mons. Sigismondi è tra i pochi che hanno potuto vedere l’interno a cantiere ancora aperto. “Credo che il valore di questa chiesa sia condensato in un fatto: dall’esterno la vedi e ti chiedi cos’è, ma appena entri ti blocchi per il gioco di luce che unisce le due dimensioni, quella orizzontale e quella verticale, con lo sguardo che immediatamente è rapito verso l’alto”. “La chiesa – continua mons Sigismondi – esprime in maniera splendida ciò che la liturgia invita a fare: guardare verso l’alto, verso Dio. Quel sursum corda, ‘innalziamo i cuori’, questa chiesa ce lo dice per come è fatta”. La chiesa di Fuksas segna un distacco netto dalle chiese moderne degli ultimi decenni impostate sulla dimensione orizzontale dello spazio con cui si è dato risalto alla Chiesa come “popolo di Dio” e “assemblea celebrante”. Le iniziative, e in particolare il convegno promossi in occasione della dedicazione della chiesa sono occasione per riflettere sull’architettura dello spazio liturgico cristiano. “Le chiese circolari” spiega Fuksas “concentrano quasi tutta la visibilità sull’assemblea, mentre quelle verticali ti portano a concentrarti esclusivamente sull’altare, perché è lì che avviene il sacrificio della messa. Non ho alcun problema a dire che non mi piacciono le messe-spettacolo: la celebrazione eucaristica è mistero, non uno show”. Il culmine sarà dunque la dedicazione della chiesa (non sarà presente per ragioni di salute mons. Arduino Bertoldo, vescovo emerito sotto il cui episcopato si è realizzato il progetto) che sarà intitolata all’apostolo Paolo, e, con il complesso parrocchiale annesso, servirà alle necessità dell’Unità pastorale Giovanni Paolo II, al quale è intitolata la via che conduce alla chiesa.
Con l’assenso del progettista nell’arredo liturgico sono stati inseriti un crocifisso e un tabernacolo del ‘500 provenienti dalle parrocchie dell’Unità pastorale. Con il completamento della chiesa è stata ridisegnata anche la geografia dell’Unità pastorale (una parte va con la parrocchia della cattedrale mentre ne acquisisce un’altra) e in questi mesi sarà sperimentato un progetto di revisione degli orari e dei luoghi in cui si celebrano le messe, che dovrà entrare in vigore in Avvento. La chiesa è stata realizzata con il contributo della Conferenza episcopale italiana, nell’ambito di tre concorsi nazionali indetti nel 2000 per la progettazione di nuovi complessi parrocchiali (chiesa e opere parrocchiali) nelle diocesi di Modena -Nonantola, di Foligno e di Catanzaro -Squillace. Quello per Foligno fu vinto da Fuksas. La Giuria della Cei giudicò il progetto un “segno deciso e innovativo che risponde alle ricerche internazionali più avanzate divenendo il simbolo della rinascita dopo il sisma”. All’inaugurazione e alla dedicazione è prevista una grande partecipazione dei cittadini di Foligno, direttamente interessati, ma anche personaggi della cultura e dell’architetura italiani e internazionali interessati all’opera di Fuksas.