In occasione del Capitolo internazionale delle Stuoie, mons. Domenico Sorrentino ha preparato un fascicolo/messaggio che consegnerà ai frati durante la celebrazione eucaristica che concluderà il primo giorno dei lavori capitolari. Il testo, edito dai caratteri di Frate Indovino, di circa 80 pagine, si presenta come una meditazione del presule sul fatto della spogliazione di Francesco di fronte al vescovo di Assisi, Guido, e del rapporto, ecclesialmente profondo, tra questi e il figlio di Pietro di Bernardone. Mons. Sorrentino mette in luce – anche attraverso un tentativo di scandaglio psicologico, cercando di penetrare l’animo e i pensieri soprattutto del vescovo Guido – il legame, sinceramente umano e autenticamente spirituale, tra questi due personaggi, pronti ad ascoltare ciò che sanno provenire dall’Alto. Proprio questa comune disponibilità suggerisce anche il titolo dello scritto: Complici dello Spirito. Il giovane Francesco e il vescovo Guido. Il testo, che si articola in quindici agili riflessioni, sarà ufficialmente presentato il 29 aprile alle ore 19.30, presso il Teatro metastasio di Assisi. P. G. R.Lo Spirito effuso otto secoli fa, e da voi assecondato, continua a soffiare, attraverso la memoria consegnata alle ‘pietre’ di Assisi, ma ancor più alle ‘pietre vive’ che ne formano la Chiesa e alle tante comunità che a Francesco ‘ e con lui, a Chiara ‘ si richiamano in ogni parte del mondo. All’inizio del millennio, Giovanni Paolo II diede alla Chiesa un motto che è tutto un programma: ‘Ripartire da Cristo’ (lettera apostolica Novo millennio ineunte). Proprio per ripartire da Cristo, la testimonianza di Francesco ha una credibilità e un fascino che i secoli non hanno scalfito. Benedetto XVI, pellegrino ad Assisi, ha invitato a rileggere Francesco e il francescanesimo con questa cifra cristologia ed ecclesiale. Prima della Regola, e anima della Regola, è la conversione di Francesco a Cristo. Conversione da lui maturata nel contesto concreto e vitale della comunità cristiana di Assisi. ‘È questa sua conversione a Cristo, fino al desiderio di ‘trasformarsi’ in Lui, diventandone un’immagine compiuta, che spiega quel suo tipico vissuto, in virtù del quale egli ci appare così attuale anche rispetto a grandi temi del nostro tempo, quali la ricerca della pace, la salvaguardia della natura, la promozione del dialogo tra tutti gli uomini. Francesco è un vero maestro in queste cose. Ma lo è a partire da Cristo’ (discorso di Benedetto XVI in San Rufino, 17 giugno 2007). A partire da Cristo: anche il rapporto tra Francesco e il suo vescovo è tutto da leggere in questa chiave. Francesco seppe vedere in Guido Cristo stesso. Guido seppe intuire in Francesco la voce di Dio.’Occorre riscoprire ‘ ha detto ancora il Papa ‘ il valore non solo biografico, ma ‘ecclesiologico’ di quell’incontro del giovane Francesco con il vescovo Guido, al cui discernimento e nelle cui mani consegnò, spogliandosi di tutto, la sua scelta di vita’. Ad ottocento anni da quegli eventi, tante cose sono cambiate… Ma Francesco continua a parlare. Una ‘favola’ non da raccontare, ma da rivivere. E lo Spirito di Dio soffia, ad onta di tutti i venti contrari. In vista di nuove primavere, anzi di una nuova Pentecoste. A noi il compito di essere, come Francesco e Guido, suoi ‘complici’.
Quando il Santo fu accolto sotto il mantello del vescovo Guido
Mons. Sorrentino pubblica 'Complici dello Spirito'
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Da: Mons. Domenico Sorrentino, Complici dello Spirito, edizioni Frate Indovino, Perugia 2009