Si è temuto il peggio poco prima dell’ora di cena del 3 gennaio, a Perugia, quando gli ex-allievi salesiani Gaetano Mollo, professore ordinario emerito all’Università degli studi di Perugia, e Gianfranco Ciabatta, bancario a riposo, passando nei pressi dell’Istituto salesiano, hanno notato che era stato rimosso, dal basamento in cemento, lo “storico” busto bronzeo di san Giovanni Bosco posizionato nel 1966 nell’area verde adiacente all’ingresso della struttura religiosa, alla confluenza di via Don Bosco con viale Pellini.
Disperso e poi ritrovato
“In un primo momento si era pensato ad un trafugamento, poi in serata, dopo un’accurato sopralluogo, il busto è stato rinvenuto a terra, non molto distante dal basamento, quasi nascosto dalla vegetazione”. A comunicarlo è Claudio Cristallini, “portavoce” dell’associazione ex-allievi salesiani, nel diffondere la notizia del gravissimo episodio.
Al Don Bosco si pensa a un incomprensibile grave atto vandalico ai danni della memoria visiva del suo Santo fondatore che spese la sua vita di sacerdote per l’educazione e la formazione umana e cristiana di tanti giovani, soprattutto per i più fragili, in gravi difficoltà e spesso ai margini della società.
Il “passaparola” dopo il gesto
Appena notata la rimozione del busto, la comunità salesiana non ha esitato ad avvertire il direttore dell’Istituto Don Bosco, don Claudio Tuveri, che nel pomeriggio era partito per Roma, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, molto legato a questa istituzione religiosa con l’oratorio e il centro sportivo molto frequentati, come anche la scuola di formazione professionale Cnos-Fap, e l’arcivescovo Ivan Maffeis. Quest’ultimo ha definito il gesto “un dispetto gratuito e pesante”.
Lo scorso anno i salesiani avevano concluso i festeggiamenti dei loro primi cento anni di presenza nel capoluogo umbro (1922-2022), un centenario che ha coinvolto tutta la città con le sue istituzioni civili e religiose in diverse e significative manifestazioni.
La storia della scultura
Il busto raffigurante San Giovanni Bosco, testimonianza dei grandi valori educativi e sociali da lui ereditati, quelli di essere “buoni cristiani e onesti cittadini”, era stato inaugurato il 24 aprile 1966, nell’anno del 150mo anniversario della nascita del Santo e in occasione del Convegno regionale ex-allievi e salesiani cooperatori. Furono proprio gli ex-allievi a commissionare la scultura in bronzo al noto artista perugino Artemio Giovagnoni, anch’egli ex-allievo salesiano.
Le cronache di oltre mezzo secolo fa parlano di una giornata inaugurale “trionfale” per l’intera città, alla presenza del sindaco Berardi, dell’ispettore salesiano don Scotti, del direttore dell’Istituto Don Bosco di Perugia don Caria e di centinaia di allievi ed ex e amici giunti anche da fuori città. La giornata culminò con la solenne celebrazione eucaristica, nella cattedrale di San Lorenzo, presieduta dall’arcivescovo Baratta, e con l’incontro commemorativo del 150mo anniversario della nascita di Don Bosco nella Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori.
Il busto al suo posto
Dopo quasi 57 anni qualcuno voleva porre fine alla testimonianza visiva “della gratitudine della famiglia salesiana di Perugia e anche di tutta la città, per il tanto bene fatto da Don Bosco e dai suoi salesiani dal 1922 in avanti”, narrano sempre le cronache dell’epoca. Oggi gli ex-allievi salesiani, con il loro presidente Fausto Santeusanio, professore emerito di Medicina alla UniPg, riposizioneranno al più presto il busto affinché continui questa testimonianza a futura memoria, in particolare per le giovani generazioni che si lasciano affascinare dal carisma di Don Bosco.