Si è aperta lunedì pomeriggio la 78° Assemblea generale straordinaria della Conferenza episcopale italiana ad Assisi, in programma fino a giovedì 16 novembre alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. Ad aprire i lavori il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che ha invocato la pace sui tanti conflitti in atto nel mondo. “Tutto è perduto con la guerra – ha avvertito Zuppi citando Pio XII. Per il presidente Cei, “l’alternativa alla guerra è riprendere a trattare con buona volontà e rispetto dei vicendevoli diritti”. Sul conflitto israelo-palestinese Zuppi ha parlato di una “difficile ma indispensabile soluzione politica”. La richiesta è la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, ma anche lo stop alla reazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Zuppi ha toccato anche altre questioni come i temi ambientali, la povertà crescente nel Paese e il tema migranti, “Riaffermiamo che sui migranti serve un’azione dell’Europa corale, comune e condivisa – ha concluso Zoppi – dove l’esternalizzazione non può essere la soluzione”.
La pace “è il problema dei problemi”
La pace, secondo il cardinale Matteo Maria Zuppi, “è il problema dei problemi”, in un momento in cui “le guerre che dominano gli scenari del mondo, con il loro tragico seguito di morti, violenze, distruzioni, barbarie e profughi”, fanno temere “che la Terza Guerra mondiale a pezzi – come ripete da tanti anni papa Francesco – possa diventare un’unica guerra”. E l’invocazione “che il mondo si fermi sulla via della guerra”, dettata non da “pessimismo”, ma da “realismo e responsabilità”, ha dominato tutta la prima parte dell’introduzione con cui il presidente ha aperto l’Assemblea generale straordinaria dei vescovi italiani. Per il presidente Cei, “l’alternativa alla guerra è riprendere a trattare con buona volontà e rispetto dei vicendevoli diritti. Non bisogna smettere di credere che si può arrivare a comprendersi!”. Zuppi ha ricordato anche la missione di pace affidatagli dal Papa per l’Ucraina: “La pace richiede il concorso di tutti. Ho visto come esistano fili tenui per la pace e l’esercizio dell’umanità: tenui ma reali, messi in discussione dall’assenza di dialogo che può, invece, rafforzali. Occorre tanta insistenza e la convinzione che è la pace il destino, non la guerra o l’ingiustizia”.
Conflitto israelo-palestinese
Parlando del conflitto israelo-palestinese, Zuppi ha espresso la sua posizione parlando di una “difficile ma indispensabile soluzione politica”. La richiesta è che i rapiti israeliani nelle mani di Hamas “siano restituiti alle famiglie”, ma lo stop alla reazione militare israeliana nella Striscia di Gaza che “a sua volta ha causato al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini”. “Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero”, ha ammonito Zuppi parafrasando il Talmud, e “l’odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti”. Ciò non toglie, ha proseguito, che “preoccupa, in queste ore, il risorgere dell’antisemitismo. Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a sé stessa e un’espressione blasfema di odio”. “Non resteremo indifferenti! La fine dell’antisemitismo è un impegno educativo, religioso e civile della Chiesa italiana, che non sottovaluta i rigurgiti di odio e razzismo, per chiunque”, ha insistito il presidente dei vescovi.
Gli altri temi: ambiente, povertà e migranti
L’introduzione all’Assemblea Cei ha toccato anche altri temi, come i tanti disastri ambientali in Italia e le speranza nella Cop28 di Dubai sul clima, cui parteciperà anche il Papa. La povertà crescente nel Paese e l’urgenza della “questione casa”. In tema migranti, ha detto Zuppi, “non abbiamo ancora tutti gli elementi per comprendere come sarà realizzata la creazione dei centri in Albania per i richiedenti asilo. Auspichiamo che i diritti umani dei richiedenti asilo siano rispettati. Riaffermiamo che sui migranti serve un’azione dell’Europa corale, comune e condivisa dove l’esternalizzazione non può essere la soluzione”. Mentre sul tema della riforma costituzionale e dell’elezione diretta del premier il presidente della Cei ha riaffermato che “per un’efficace riforma, che tocca meccanismi delicati del funzionamento della democrazia, è indispensabile creare un clima costituente, capace di coinvolgere quanto più possibile le varie componenti non solo politiche”.