All’indomani della conferenza ad alto livello promossa il 2 marzo a Praga dalla Presidenza ceca e dalla Commissione europea su ‘Allargamento Ue: cinque anni dopo’, abbiamo intervistato padre Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della Comece . Qual è il valore del progetto europeo? ‘La Chiesa rimanda ai valori che hanno ispirato, nel secondo dopoguerra, i padri fondatori dell’Europa: Schuman, Adenauer e De Gasperi. Dopo gli orrori del conflitto volevano edificare uno spazio di pace, democrazia e giustizia, e a questo fine il ‘sogno’ europeo, partito in origine da un progetto di cooperazione economica per la ricostruzione, apparve come efficace strumento di riconciliazione e progresso’.L’Europa si fonda su pilastri economico-istituzionali, ma ha una base etica. Quale può essere il contributo della Chiesa? ‘Di fronte alla diffusa secolarizzazione, la principale sfida per la Chiesa deve essere anzitutto l’impegno pastorale. Tutte le difficoltà attuali nascono dalla perdita della fede e dei valori fondamentali ad essa legati, che fanno parte del patrimonio culturale europeo. Alla Chiesa spetta inoltre il compito di offrire un’anima, ossia un’ispirazione etica alla vita sociale, politica ed economica europea, così come le Chiese nazionali dovrebbero fare nei loro Paesi. Non dobbiamo proporre soluzioni politiche o legislative, ma vigilare sui valori che devono sottenderle affinché siano davvero per il bene dell’uomo e della società’. Quali sono oggi i temi più sensibili? ‘La secolarizzazione si accompagna ad una crisi antropologica che a mio avviso è il più grave problema che affligge l’Europa. Le conseguenze sono gravi e investono questioni fondamentali come la protezione della persona e della vita umana, lo statuto dell’embrione, la concezione del matrimonio e della famiglia, l’educazione dei giovani e la stessa definizione di bene comune. L’impegno etico della Chiesa in proposito non è sempre ben visto e accettato dai politici: ciò costituisce una delle maggiori difficoltà nel dialogo con le istituzioni di Bruxelles’. Che cosa è emerso dall’incontro all’Europarlamento? ‘Anzitutto che la religione può ancora costituire un motivo ispiratore per i cittadini e per la vita politica. Ad essa è strettamente connessa l’identità europea. L’incontro ha proposto una riflessione sui valori comuni, dimostrando l’importanza di una maggiore e più concreta cooperazione fra Chiese, e più in generale comunità religiose, e istituzioni civili in ambiti quali le politiche migratorie, i problemi legati all’ambiente, il contributo alla riconciliazione delle parti dopo i conflitti’. Recentemente la Comece si è espressa positivamente sulla ‘Dichiarazione scritta sulla protezione della domenica senza lavoro’. ‘L’iniziativa è trasversale, sostenuta da europarlamentari di diversi schieramenti, e questo è molto importante. La protezione della domenica come giorno settimanale di riposo non riguarda solo i cristiani: è un pilastro essenziale del modello sociale europeo e costituisce un importante fattore di conciliazione tra lavoro e vita familiare. Auspichiamo che la Dichiarazione riceva dagli eurodeputati il sostegno necessario (394 firme entro il 7 maggio, ndr)’.
Quel sogno oggi continua
Gli episcopati offrono il loro contributo per un 'allargamento' non solo quantitativo dell'Ue
AUTORE:
G. Pasqualin Traversa