Laudato si’, parte 2

di Paolo Bustaffa

Una giovane in lacrime dice “soffro di ecoansia, ho anche attacchi di panico” e un ministro dell’Ambiente di fronte a lei si commuove e promette: l’immagine risale a un mese addietro. Poi la cronaca ha ripreso a narrare il multiforme degrado ambientale. L’elenco delle devastazioni, dei cedimenti, degli straripamenti è talmente lungo e noto da rendere superfluo il dettagliare caso per caso. Accanto a questo elenco afferma Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico – c’è quello di “quelli che continuano a confondere il maltempo con la Terra che muore”.

Insieme agli scienziati ci sono anche i giovani a contrastare il negazionismo ambientale

Nonostante diversi scienziati motivino con dati certi l’entità dei danni e prendano la parola contro l’immobilismo, c’è una politica che resta in sella, prigioniera di indifferenza, superficialità, caccia ai consensi elettorali.  Insieme agli scienziati ci sono i giovani a contrastare l’ondata di riduzionismo e negazionismo ambientale, ma anch’essi hanno subìto e devono spesso subire la derisione e l’accusa di essere apocalittici o ideologicamente schierati. Alle loro voci si contrappone l’affermazione che il rischio non esiste in grande misura, e che l’eventuale danno sarà tempestivamente rimediato dal progresso tecnologico e scientifico…

Una seconda enciclica Laudato si’

Papa Francesco ha annunciato per il 4 ottobre la pubblicazione di una seconda enciclica Laudato si’ , rinnovando così l’appello a difendere la “casa comune” perché le fondamenta e le mura sono fragili e l’uomo che la abita si sente in pericolo.

Basta con questa insensata guerra al creato

Lo psichiatra e psicanalista Vittorio Lingiardi cita una frase di Francesco: “Basta con questa insensata guerra al creato”, per dire che cresce l’ecoansia provocata da “sentimenti di precarietà e impotenza capaci di trasformare il futuro in un dono avvelenato”. Dai cristiani, anche se non solo da loro, si attendono un pensiero e comportamento per evitare l’incubo; e per questo, afferma la teologa statunitense Elizabeth A. Johnson sull’ultimo numero di Aggiornamenti sociali, è necessaria una “solida teologia della creazione”.  “Alla luce del nostro Creatore comune – scrive – abbiamo bisogno di ampliare il nostro senso di identità cristiana per includere la relazione con l’intera creazione… Allora possiamo iniziare a modificare alcuni dei comportamenti profondamente radicati che stanno alimentando la distruzione ambientale”. Si potrebbe iniziare dal Padre nostro per pensare a una paternità che certamente si rivolge all’essere umano, ma altrettanto certamente si rivolge agli altri esseri viventi e alla casa comune costruita – o meglio, creata – per tutti.

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