L’Amore qui e ora

DIOCESI. Incontro con don Paolino Trani, direttore della Caritas, per il ciclo di catechesi sulla carità

È stato don Paolino Trani il relatore dell’ultima catechesi del ciclo “Se anche parlassi le lingue degli angeli…” dedicato al tema della carità. L’incontro, promosso dall’Ufficio catechistico e dall’ufficio Scuola della diocesi, si è tenuto il 27 gennaio nella sala gotica del Museo del duomo. Direttore della Caritas diocesana e da molti anni direttore anche del Ceis, don Paolino ha svolto una relazione dal titolo “Vivere l’amore qui e ora”, richiamando l’attenzione dell’uditorio sul risvolto pratico ed esistenziale della carità.

Introducendo la conferenza, il vescovo mons. Domenico Cancian ha sottolineato l’importanza della testimonianza di don Paolino, dovuta alla sua lunga esperienza nel campo della carità e del volontariato. “Vivere la carità – ha detto mons. Cancian – significa vivere con Dio, perché dove vedi la carità vedi Dio, come ha scritto sant’Agostino”. Alla luce dell’esperienza alla Caritas, don Paolino ha esordito parlando degli immigrati e del problema urgente dell’integrazione. “Carità – ha detto – significa riconoscere Dio nelle persone bisognose, poiché dice il Signore: ‘Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ (Mt 25)”.

Per favorire l’integrazione la Caritas ha ideato alcune iniziative, in collaborazione con altri enti: “Cosmopolis”, un insegnante nelle elementari e medie per bambini stranieri con problemi di lingua; “Maternità sicura”, aiuto alle donne immigrate in gravidanza (islamiche e cinesi in particolare); “Il Melograno”, accoglienza donne immigrate; “Catering multietnico”, servizio per rinfreschi con cucine delle tradizioni arabe. “La Caritas – ha denunciato don Paolino – ha bisogno di offerte. La crisi si sta davvero facendo sentire, le richieste sono aumentate per la povertà crescente degli italiani. La mensa Caritas aiuta più gli italiani che gli stranieri: su 35 persone a mensa, 30 sono italiani, 5 stranieri”.

Ma l’integrazione è necessaria anche fra gli italiani stessi. “In base all’esperienza al Ceis – ha detto don Paolino – dobbiamo essere più uniti fra di noi. Iniziamo ad animare le strutture per anziani la domenica, con visite organizzate dalle parrocchie. Parliamo ai giovani delle droghe in casa, torniamo a far educazione nelle scuole. Ci vuole più prossimità, amicizia, vicinanza. Ci vuole più cura tra ognuno di noi”. Al termine, il relatore ha elencato le numerose associazioni di volontariato cui è possibile aderire.

AUTORE: Saverio Freddi