L’eredità di don Milani in un convegno a Tavernelle

Don Milani profetico e visionario, è stato l’argomento al centro di un convegno nazionale che si è svolto giovedì 25 maggio a Tavernelle. Alle radici della memoria – Testimonianza e attualità dell’esperienza della Scuola di Barbiana, il titolo dell’incontro promosso dall’Istituto Comprensivo Panicale Piegaro Paciano, in virtù dell’adesione alla Rete Nazionale Scuola di Barbiana 2040. Ad oltre cinquanta anni di distanza dall’esperienza, basata su una totale integrazione tra scuola e vita, vengono percepiti quanto mai attuali.

Ospite d’eccezione dell’incontro, a cui hanno portato il proprio contributo esperti della didattica ispirata al modello di Barbiana, Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e co-autore della sua opera più significativa, Lettera a una professoressa.

La testimonianza dell’ex allievo

“Lo sguardo di don Milani sui propri allievi -ha spiegato- non era cieco alle differenze, ma il suo obiettivo era di costruire una equipe. Infatti, faceva in modo che i propri ragazzi non ricevessero solo nozioni, ma acquisissero strumenti. Diceva che un buon educatore, sa dove sta di casa la cultura, del resto fare pedagogia significa accompagnare l’allievo nei luoghi del sapere. E per don Milani, i luoghi del sapere non erano i libri di testo”.

Martinelli ha, quindi, illustrato a fondo l’esperienza educativa della Scuola di Barbiana, basata sulla ricerca della verità e sulla condivisione delle tante opinioni, per arrivare insieme ad una verità comune.

Partire dalla scrittura collettiva per capire don Milani

“Se vogliamo capire don Milani -ha precisato l’ex allievo- dobbiamo partire dalla scrittura collettiva, la ricerca-azione che faceva fare per cercare e raggiungere la verità. La scrittura collettiva come palestra di democrazia. E per lui la Costituzione, di fatto, è la prima scrittura collettiva. I padri costituenti, ci diceva il priore, avevano dovuto rinunciare ciascuno a parte delle proprie ideologie per trovare una verità comune.

Scrivere insieme non significa creare un collage che rispetta le idee di tutti, ma significa mescolare fino in fondo ciò che pensiamo, con la stessa volontà dei padri costituenti che hanno creato quel capolavoro che è la nostra Costituzione”.

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