Conclusione a Cascia della Festa di Santa Rita, nel nome del diritto alla salute e della carità, con la benedizione della prima pietra del nuovo ospedale che sarà a lei dedicato.
“Concludiamo oggi la Festa di Santa Rita, che è stato un rinnovato momento di fratellanza e preghiera per la famiglia della santa degli impossibili, facendo insieme il primo passo di uno dei più significativi traguardi per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016. La posa della prima pietra del nuovo ospedale, rappresentata dalla targa che si trovava nella vecchia struttura, per commemorarne l’edificazione da parte del monastero, racchiude una grande sfida, che non ci chiama solo alla ricostruzione dei muri ma anche a quella di una vera tutela della salute, in seguito alle gravi conseguenze della pandemia, che hanno messo in luce la crisi del sistema sanitario”.
Queste le parole di suor Maria Rosa Bernardinis, madre priora del Monastero Santa Rita da Cascia, commentando l’avvio dei lavori del nuovo ospedale, che si è svolto subito dopo il Solenne Pontificale, la Supplica e la Benedizione delle Rose.
“Già la Madre Fasce -ha continuato- operò per assicurare il primo ospedale alla città. Da lì, ripartiamo come comunità impegnata sempre più nella tutela del diritto alla salute. Diritto, che sosterremo con progetti come la Casa di Santa Rita, per ospitare gratuitamente le famiglie dei pazienti ricoverati, sempre in ascolto dei bisogni dei più fragili”.
Il cardinale Semeraro ricorda la carità di Santa Rita
Con la costruzione del primo ospedale a Cascia negli anni ‘60, le monache agostiniane hanno voluto continuare a testimoniare la carità ritiana, la stessa che è stata citata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei Santi, nell’omelia del Solenne Pontificale, da lui presieduto presso la Sala della Pace:
“L’amore di Dio della nostra Beata non era ozioso -ha dichiarato il cardinale, citando un passo del Vangelo odierno- ma operativo e modellato sulla carità di Gesù Cristo.
Abbiamo ascoltato pure un’altra parola: Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena, richiamo alla gioia per molto tempo tagliato fuori della predicazione cristiana, ripreso, invece, da San Paolo VI e dallo stesso Papa Francesco, fin dalla sua prima esortazione apostolica. E sottolineando come la gioia, nonostante l’aspra sofferenza provocatole dalla stigmatizzazione fu sempre presente in Rita. Questa medesima gioia, per sua intercessione -ha concluso il cardinale- noi oggi la invochiamo per noi, per le nostre famiglie, per questa Comunità diocesana e per tutta la Santa Chiesa”.