Chiusa la mensa di via Fratti, il Comune di Perugia apre i “Punti di ristoro sociale decentrati” sul territorio. Il primo è stato inaugurato martedì, in via Imbriani. Qui, nell’antico oratorio della Confraternita dei Santi Simone e Giuda Taddeo, accanto alla chiesa del Carmine, volontari della Caritas diocesana assicurano ogni giorno la distribuzione dei pasti caldi, che arrivano già pronti dalla mensa comunale di San Sisto. Una soluzione apprezzata al Centro di ascolto diocesano Caritas perché, sottolineano, “le persone con particolari situazioni di disagio, emarginazione e povertà, che non sono sempre di natura materiale, non vivono solo in centro, ma soprattutto in periferia”.
Gli operatori Caritas non si limitano alla distribuzione dei pasti e a tenere ben ordinati ed accoglienti gli ambienti del “Punto di ristoro”, ma il loro compito, sottolineano al Centro d’ascolto, “è soprattutto quello di favorire relazioni umane tra le persone con l’ascolto delle loro storie di vita e la comprensione dei loro bisogni. Insomma, la nostra opera va oltre l’ora di pranzo per chi vuole farsi aiutare”.
L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, intervenendo all’inaugurazione, ha ricordato che “ci sono sempre più giovani e anziani soli nella nostra città, che hanno bisogno quotidianamente di un luogo dove poter sfamarsi, ma soprattutto dove ricevere un sorriso, un aiuto umano. Allora ben venga uno spazio come questo all’interno della nostra città, all’interno dei nostri luoghi di preghiera non più fruibili anche per la carenza di sacerdoti, recuperati, come questo antico oratorio, per essere messi a disposizione di un servizio di importanza sociale promosso dall’ente pubblico, in cui gli operatori e i volontari Caritas accolgono, ascoltano chi è in difficoltà offrendogli un pasto caldo”. “Mi auguro – ha aggiunto – che questa realtà diventi punto di riflessione per tutto il quartiere e la città. È un’isola di pace per persone alla ricerca di aiuto che dia tranquillità, perché la pace si costruisce quando c’è tranquillità. Voglio ricordare quanto detto da fratel Carlo Carretto, del quale quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della morte, sul lupo di Gubbio e san Francesco: ‘Il lupo era feroce, ingiusto ed aggressivo con gli uomini perché aveva fame; ed una volta sfamato dal Poverello, divenne buono e mite'”.
Il direttore della Caritas diocesana, don Lucio Gatti, intervenendo anch’egli all’inaugurazione, ha sottolineato come quest’opera sociale rappresenti anche “lo stile di essere Caritas, cioè farsi carico del prossimo della porta accanto”. Per questo, ha aggiunto, “ci auguriamo come Chiesa che gli abitanti del quartiere in cui sorge il Punto di ristoro sociale possano frequentarlo per stare anch’essi accanto a chi è nel bisogno”. Timori per la possibile contrarietà al punto di ristoro da parte degli abitanti del quartiere li ha confessati Stella Cerasa, responsabile del Centro di ascolto diocesano della Caritas e del punto ristoro, “ma le diffidenze iniziali – ha aggiunto – sono state subito superate e la gente ha ben accolto l’iniziativa, che è una vera e propria appendice al nostro lavoro svolto in mattinata al Centro di ascolto diocesano. Le persone che abitano accanto e di fronte al Punto di ristoro ci hanno detto: Finalmente una porta si riapre”. Il desiderio è quello che questa realtà di accoglienza diventi luogo di tutti, perché è bello essere in molti a farsi carico del prossimo.