Le due visite ad Assisi di papa Benedetto XVI

È morto oggi, 31 dicembre 2022, alle ore 9.34, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano il papa emerito Benedetto XVI. Aveva 95 anni anni e dopo l’improvviso “aggravamento dovuto all’avanzare dell’età” nella notte tra martedì e mercoledì, Papa Francesco aveva chiesto ai fedeli “una preghiera speciale per il papa emerito Benedetto che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”.

Le due visite ad Assisi nel 2007 e nel 2011

Benedetto XVI è stato in Umbria come Papa in due occasioni, nel 2007 e nel 2011, ma era stato più volte ospite delle suore Cappuccine tedesche di Assisi. E un paio di anni prima di diventare Papa era stato a Norcia per la festa di San Benedetto. Il 7 dicembre 2011 è stato papa Ratzinger ad accendere l’albero di Natale di Gubbio nel corso di un collegamento web.

Le immagini della visita del 27 ottobre 2011

 

Le immagini dell’accenzione dell’albero di Natale di Gubbio nel 2011

 

La prima visita era avvenuta ad Assisi il 17 giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco. La seconda il 27 ottobre 2011 per i 25 anni dello “Spirito di Assisi”.

La visita del 17 giugno 2007, l’incontro con i giovani

Nel corso della visita ad Assisi il 17 giugno 2007 papa Benedetto incontrò anche tanti giovani della Pastorale giovanile delle varie diocesi dell’Umbria nella piazza della basilica di Santa Maria degli Angeli “per riproporre a tutti il mandato di san Francesco quale esempio di vita all’interno di una Chiesa di cui è instancabile edificatore” scrivevamo nell’articolo “Cento chitarre a festa, arriva Benedetto XVI” a firma di Martino Bozza.

Il pellegrinaggio di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011

Assisi 2011 anticipata nelle parole di mons. Vincenzo Paglia

“L’Umbria si prepara ad un grande evento: Benedetto XVI tornerà pellegrino ad Assisi nell’ottobre prossimo. Per noi umbri è un importante momento ecclesiale ed è bene prepararci ad accoglierlo, consapevoli della straordinarietà del gesto e della sua opportunità in questo tempo segnato da una nuova ‘primavera araba’: così scriveva mons. Vincenzo Paglia nell’articolo “Pellegrinaggio di pace” pubblicato nel luglio del 2011 alla notizia dell’incontro di Assisi previsto ad ottobre per il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, promossa da Giovanni Paolo II.

“Papa Benedetto – prosegue mons. Paglia – tornando ad Assisi il 27 ottobre, pertanto, non solo vuole confermare il valore di quella giornata ma anche “rinnovare solennemente” l’impegno dei credenti delle diverse tradizioni religiose a vivere la propria fede nella prospettiva del servizio alla pace tra i popoli. E come non vedere l’attualità di queste prospettive? Il mondo si è globalizzato, i popoli si sono avvicinati, ma non per questo sono diventati più “fraterni”. E continuiamo a vedere guerre che continuano e conflitti che si accendono. C’è bisogno di ribadire con decisione, come scrive il Papa, che la ricerca di Dio e l’impegno per la pace si intrecciano: “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere la pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.

Mons. Elio Bromuri: “Non si tratta di una semplice celebrazione”

“Dopo l’annuncio di questa celebrazione (il pellegrinaggio di papa Ratzinger ad Assisi il 27 ottobre 2011 ndr) – scriveva l’8 luglio 2011 il direttore de La Voce di allora mons. Elio Bromuri in un altro articolo dal titolo “Pellegrinaggio di pace e verità” – sono state fatte alcune precisazioni: in particolare, che non si tratta di una semplice celebrazione rievocativa, ma di un incontro in qualche maniera diverso, se non altro per l’allargamento dell’invito a rappresentanti della cultura non credenti, appartenenti a quel ceto di intellettuali che si pongono interrogativi sulla fede senza peraltro aderirvi esplicitamente. Questa categoria di persone, più numerosa di quanto si creda, è stata descritta idealmente da Benedetto XVI nell’espressione biblica di coloro che frequentano il “Cortile dei Gentili”: non sono dentro al Tempio, ma non sono neppure lontani, e possono percepire qualche eco che giunge dall’interno e provare forse anche un sentimento di attrazione”.

Il card. Tauran: “Si cercherà di vedere come sia possibile contribuire alla pace e all’armonia”

“Non sarà una replica dell’evento di 25 anni fa. Sarà anche, ovviamente, la rievocazione di un avvenimento che, a suo modo, è stato storico; ma si cercherà soprattutto di vedere come sia possibile – tramite la fede – contribuire alla pace, all’armonia”. Con queste parole il card. Jean-Louis Tauran, in Umbria in occasione dell’incontro-pellegrinaggio dei giovani di Azione cattolica ad Assisi nell’ottobre del 2011, ha anticipato nell’intervista “Il dialogo possibile anche con gli agnostici”a firma di M.R.V. pubblicata su La Voce il senso della visita di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011.

 

Due i contributi pubblicati a seguito dell’evento del 2011 da parte di mons. Vincenzo Paglia e di mons. Domenico Sorrentino.

Mons. Paglia: “Un messaggio di pace forte e universale”

“Papa Benedetto XVI e i vari leader religiosi hanno pregato e lanciato un messaggio di pace forte e universale – scriveva mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia nell’articolo Il messaggio di Assisi 2011 sulla rubrica de La Voce “Parola di vescovo” l’11 novembre 2011 -.  Un messaggio di estrema attualità in un mondo globalizzato, dove la convivenza quotidiana è attraversata dalle tensioni del pluralismo religioso ed etnico. Una pace che si fonda sulla capacità che gli uomini avranno di costruire una civiltà della convivenza.

Mons. Sorrentino: “L’importanza della verità a fondamento e garanzia della costruzione della pace” nel messaggio di papa Benedetto XVI

“Assisi 2011: verità e pace”: così titolava l’articolo a firma di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino a bilancio dell’incontro di Assisi del 2011. Sorrentino si rallegra di quanto si è realizzato il 27 ottobre. “Innanzitutto, la profezia di quell’evento è stata confermata e rilanciata – sottolinea mons. Sorrentino – Non era scontato. Molte voci avevano insistito sulla ‘differenza’, in questa materia, tra la sensibilità di Papa Wojtyla e quella di Papa Benedetto XVI. Si ricordava che questi non aveva personalmente preso parte all’evento del 1986 e si immaginava che ciò implicasse una presa di distanza. In realtà, già nella lettera che il Papa mi scrisse nel ventesimo, una tale lettura era ampiamente fugata. Il Papa sottolineava infatti la legittimità di quanto operato dal Beato predecessore”.

Ha poi proseguito sottolineando come “Il Pontefice ha voluto porre con forza, in relazione alla pace, la questione della verità. Tutto il suo discorso a Santa Maria degli Angeli è stato una vibrante perorazione dell’importanza della verità proprio a fondamento e garanzia della costruzione della pace“.