Un altro monumento al Patrono: così il direttore dell’ufficio diocesano per i Beni culturali Paolo Salciarini ha definito il volume Ubaldus hodie colitur ‘ Musiche per sant’Ubaldo dal Medioevo all’Ottocento.
Con la sua presentazione, la città e la diocesi hanno vissuto una giornata importante sotto il profilo spirituale, storico e culturale. La ricerca, tradotta nella ponderosa pubblicazione (461 pagine, intervallate e completate da foto e documenti), ha consentito di acquisire brani e spartiti musicali di valore ed in gran parte sconosciuti, aggiungendo anche la musica tra le tante espressioni d’arte che, come la pittura, la scultura, la poesia, l’architettura, sottolineano ed esaltano nei secoli la grandezza del Patrono.
È notevole quindi il merito di quanti hanno concorso alla realizzazione dell’opera: il curatore Galliano Ciliberti, docente presso il Conservatorio di Monopoli, Biancamaria Brumana dell’Ateneo perugino e Catiuscia Marionni, musicologa eugubina che in tutta la vicenda ha avuto un ruolo trainante, non solo perché è stata sua l’intuizione iniziale.
La cerimonia svoltasi nella chiesa di San Domenico ha rappresentato la conclusione più significativa delle celebrazioni organizzate per solennizzare i cinquant’anni del gemellaggio tra Gubbio e Thann (16 maggio 1958), tenutesi con la presenza di una folta rappresentanza della città alsaziana, in coincidenza con la tradizionale ed annuale ricorrenza della ‘traslazione’ (11 settembre 1194).
Tutto nasce da alcune scoperte della dott.ssa Marionni in sede di riordino del patrimonio musicale dell’Archivio diocesano.
‘Il repertorio venuto alla luce è davvero sorprendente. Cantate, inni, oratori, responsori e addirittura opere liriche esaltano, in musica e parole, le virtù del Santo e le varie attribuzioni popolari’, ha sottolineato il vescovo mons. Ceccobelli che ha così concluso: ‘Non resta dunque che esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno permesso, ciascuno per la sua parte, la realizzazione di un’opera così prestigiosa, un vero vanto per la diocesi e per la città di Gubbio, e nello stesso tempo attendere con ansia l’esecuzione delle melodie per vivere, attraverso le suggestioni dei suoni, quell’atmosfera celeste che Ubaldo respira, e che gli spiriti vigili possono percepire, anche se ancora immersi nel tempo’.
Da parte sua don Ubaldo Braccini, cancelliere e archivista vescovile, ha annotato: ‘Il canto nel culto ubaldiano si è sviluppato nei secoli, testimoniando l’amore degli eugubini al loro Patrono’.
Considerata la vastità della produzione inventariata, in prospettiva ci sarà sicuramente bisogno di un altro sforzo collettivo per rendere di pubblico dominio quanto per ora resta patrimonio di archivio.
IL CONCERTO
La qualità della produzione musicale riportata alla luce è stata testimoniata dall’applauditissimo concerto svoltosi al termine della presentazione del libro.
La corale ‘Cantores Beati Ubaldi’ diretta da Renzo Menichetti, l’orchestra diretta da Stefano Mancini, i solisti Pablo Cesar Cassiba (tenore) e Massimo Di Stefano (basso) hanno eseguito il seguente programma: Evergens ad occasum, cantus firmus, Lux solaris – cantus firmus (sec. XVI) e Lux solaris – mottetto ad otto voci’ (sec. XVI) , Qui fame castrum, mottetto ad otto voci di Giuseppe Corsi (1752), Responsorio del gran protettore sant’Ubaldo per soli, coro e orchestra, di Raffaele Solustri (1828), Inno a sant’Ubaldo per soli, coro e orchestra, di Filippo Gioffredi (1884).