Non lo spaventano affatto gli acciacchi e i quasi 86 anni di età. Arriva davanti a seimila ragazzi in festa, con il passo incerto al quale ci ha abituato da qualche tempo, aggrappato al bastone prima e in sedia a rotelle poi. Ma non è stanco di snocciolare ancora una volta la grammatica della pace, per renderne sempre più solide le radici, specie tra i più giovani.
Papa Francesco va dritto per la sua strada – molto distante dai tatticismi che scatenano conflitti per blocchi contrapposti – e invita gli studenti a essere “poeti di pace”. Ai ragazzi e alle ragazze arrivati fino in Vaticano per cantare e gridare la pace, indica un ventaglio di modelli ai quali ispirarsi nelle scelte grandi e piccole di ogni giorno. Ci sono san Francesco di Assisi, il poeta argentino Jorge Luis Borges, Martin Luther King, con il suo sogno di giustizia, libertà e uguaglianza, e il ‘papa buono’ san Giovanni XXIII con la profezia dell’enciclica Pacem in Terris contrapposta alle paure della guerra fredda e allo spettro del conflitto nucleare.
“Perché ci sia la pace, come dice bene il vostro motto – ha esortato Papa Francesco – , bisogna ‘prendersi cura’. Spesso parliamo di pace quando ci sentiamo direttamente minacciati, come nel caso di un possibile attacco nucleare o di una guerra combattuta alle nostre porte. Così come ci interessiamo ai diritti dei migranti quando abbiamo qualche parente o amico emigrato. In realtà, la pace ci riguarda sempre, sempre! Come sempre ci riguarda l’altro, il fratello e la sorella, e di lui e di lei dobbiamo prenderci cura”.
Ancora una volta, nelle parole del Santo Padre, la città di Assisi diventa segno e messaggio universale “grazie alla figura carismatica di quel giovane assisano spensierato e ribelle di nome Francesco, il quale lasciò la sua famiglia e le ricchezze per seguire il Signore e sposare madonna Povertà”. All’inizio di una nuova serie di centenari francescani dal 2023 al 2026, “quel giovane sognatore – ha ribadito il Papa – “ancora oggi è fonte di ispirazione per ciò che riguarda la pace, la fratellanza, l’amore per i poveri, l’ecologia, l’economia”. Ancora oggi, dopo otto secoli.