Si torna sui banchi di scuola. Lunedì 15 settembre tutti in aula, salvo qualche anticipazione che ha interessato il liceo scientifico G. Galilei di Perugia e l’Itas ‘G. Bruno’, che hanno già aperto i cancelli mercoledì 10 e giovedì 11 scorsi. In tutta la regione saranno 113.766 gli studenti per i quali suonerà la campanella, di cui 13.925 sono gli alunni nella scuola dell’infanzia, 27.359 nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di I grado e in quella di II grado i ragazzi saranno rispettivamente 16.878 e 28.608. A Terni saranno invece 26.996 gli studenti che rientreranno in classe, di cui 4.011 nella scuola dell’infanzia, 9.135 nella primaria, 5.163 alle medie inferiori e 8.687 alle superiori. Per quanto riguarda gli studenti stranieri in Umbria, sono più del 10% (12.079), percentuale che proietta la nostra regione tra le più multietniche d’Italia. L’assessore all’Istruzione e diritto allo studio della Regione dell’Umbria, Maria Prodi, con una lettera aperta diffusa dall’agenzia stampa della Giunta regionale (il testo su www.regione.umbria.it), ha formulato gli auguri a studenti e personale della scuola, nella quale ha sottolineato il valore e l’importanza del sistema educativo e dei suoi protagonisti. Oltre le polemiche attuali si è soffermata sul futuro, ricordando che ‘nei prossimi due anni verrà realizzata una innovativa divisione di competenze fra lo Stato (chiamato a fissare i principi e gli ordinamenti) e le Regioni (più operative sul piano della organizzazione)’. Ha quindi annunciato che sarà fatta presto ‘una nuova legge regionale sul sistema integrato formazione-istruzione’ che tra l’altro porrà una ‘specifica attenzione alla integrazione dei ragazzi immigrati, alla educazione scientifica, alla dimensione linguistica europea, all’orientamento’. Inizio d’anno scolastico non proprio tranquillo. La questione insegnante unico tiene banco, anche se entrerà in vigore gradualmente dal prossimo anno a partire dalle prime classi: ‘Il decreto – spiega Erica Casetta della Cisl scuola Umbria – ci preoccupa, è una cosa grave che va a discapito non solo dei docenti ma di tutto il personale della scuola: le classi verranno ridotte di numero, e gli studenti per ognuna di loro aumenteranno. La questione inciderà soprattutto sulle scuole dei piccoli centri, che non avranno il numero di studenti necessario per tenerle aperte’. ‘È una decisione rivolta solo a fare cassa – sostiene -, non c’è una motivazione pedagogica. La scuola primaria era lo zoccolo duro del nostro sistema scolastico, reputata tra le migliori in Europa. Intanto – conclude – è previsto a breve lo stato di agitazione dei dirigenti scolastici per il mancato rinnovo del contratto dell’area, già scaduto per il primo biennio economico’.
Riapre la scuola. Con polemiche
Scuola. Riprendono le lezioni. Nonché le polemiche sul maestro unico
AUTORE:
Manuela Acito