Il card. Antonelli: ‘Armonie che affascinano’

Intervista al card. Antonelli, tornato a Todi per il quinto centenario del tempio della Consolazione

Nella splendida cornice del santuario mariano più amato dai tuderti, la Consolazione, lunedì 8 settembre la nostra diocesi ha vissuto un incontro davvero speciale con il suo ‘don Ennio’, come tanta gente affettuosamente lo ricorda e continua a chiamarlo, nonostante sia divenuto vescovo, poi nominato cardinale ed ora chiamato dal Papa a guidare il Pontificio consiglio per la famiglia. Fedeli di tutta la nostra Chiesa particolare lo hanno accolto, soprattutto tanti dalla campagna tuderte, dove lui è nato e dove ha vissuto parecchi anni come parroco. Lo ringraziamo del suo sorriso e della sua familiarità, anche perché ha risposto alle nostre domande in mezzo alla concitazione dell’evento e al desiderio di molti di salutarlo di persona. Eminenza, già da bambino lei sarà venuto tante volte in questo tempio, per non parlare di quando era un giovanissimo seminarista. Quali impressioni le suscitava? ‘Noi giocavamo qui intorno, giocavamo a palline, come si chiamano? Quelle biglie’ le ‘schicchere’! Ed era un divertimento. La chiesa… sì, ci destava ammirazione, perché è così grande e anche per il colore stesso, per il suo essere tutta di pietra. E poi c’era tanta tranquillità. Noi stavamo spesso intorno alla chiesa, quando si veniva a passeggio o a giocare. Ho un ricordo di pace e di tranquillità’. Da un punto di vista più artistico, cosa la colpiva? Alcuni notano subito l’immagine della Vergine, altri la statua di san Martino”La statua di san Martino subito attira l’attenzione, se non altro per il colore e per la grandezza. E poi san Martino è di Todi, e quindi anche a me ha sempre colpito. Direi però che mi affascinava anche un po’ questo spazio così solenne e armonioso nello stesso tempo, anche luminoso; questo colore caldo che ha: questo, sì, mi colpiva allora e mi colpisce anche adesso’. In passato la devozione mariana ha contribuito a sostenere le difficoltà di tante famiglie. Quali aspetti della vita di Maria oggi possono contribuire per una nuova evangelizzazione dei fidanzati, giovani coppie e sposi?’Io direi innanzitutto la vita di Nazareth: Maria, Giuseppe e Gesù, questa unità perfetta, questa comunione perfetta di tre persone, che è in qualche modo anche un’immagine della Trinità divina. La persona di Gesù è con il Padre e lo Spirito santo in Cielo, ed è in mezzo agli uomini; e Maria aveva a che fare ogni giorno con una Persona divina, che era il suo figlio. Quindi sicuramente avrà cercato di fare bene ogni cosa, anche le minime cose, con un atteggiamento di grande attenzione, di grande premura, di grande pace, di gioia, ma penso anche con un’ombra di tristezza e di sofferenza: l’ha accompagnata sempre, perché sapeva ‘ si pensi alla profezia di Simeone ‘ che il Figlio era venuto come redentore, e quindi lei avrebbe avuto l’anima trapassata da una spada. Ecco, questa la prima cosa. E poi la seconda, direi l’amore come comunione, che è la bellezza di una famiglia. Quando c’è questa bellezza, dobbiamo precisarlo, essa non si sviluppa senza la capacità di sacrificio: appunto la comunione è frutto del dono di sé, che vuol dire ascolto dell’altro, vuol dire servizio, accoglienza, perdono; vuol dire, insomma, non vivere più per se stessi ma vivere per l’altro. Quindi, questo costa: uscire dal proprio guscio per tener conto degli altri, per costruire qualcosa insieme, costa sacrificio. Eppure, senza sacrificio direi che niente di bello e di grande si realizza nella vita, ma specialmente non si realizza la comunione tra le persone’. Cosa chiede oggi alla Madonna per il suo ministero, per la Chiesa e, in particolar modo, per la nostra diocesi?’Chiedo che la Madonna continui ad accompagnare il cammino di questa città e di questa comunità cristiana. Sono cinquecento anni di storia dietro le spalle e chissà quanti anni ancora davanti a noi: che non sia un trascinarsi stanco, ma che sia una storia ancora creativa, piena di bellezza, di entusiasmo, di vitalità, sia in campo ecclesiale sia in campo civile’.

AUTORE: Danilo Innocenzi