L’Università perugina ha 700 anni

Per l'anniversario di fondazione dell'Ateneo un messaggio di Benedetto XVI

Con una sfilata in costume medievale, lungo corso Vannucci, conclusa a piazza IV Novembre fra due ali di folla, si è svolta la cerimonia commemorativa finale del VII centenario di fondazione dello Studium Perusinum. Oltre 300 figuranti di dodici Comuni umbri hanno animato il momento conclusivo della festa dell’ateneo, ma anche della città di Perugia e della Regione Umbria. Erano presenti le rappresentanze medievali dei Comuni di Assisi, Amelia, Bevagna, Città della Pieve, Gualdo Tadino, Montone, Narni, Orvieto, Trevi, Valfabbrica e San Gemini. Al termine, mentre i figuranti si sono raccolti sulla scalinata della sala dei Notari, gli Sbandieratori di San Gemini, al suono dei tamburi, hanno dato vita ad una colorata e coinvolgente esibizione. Dalla loggetta di palazzo dei Priori il magnifico rettore Francesco Bistoni, in ermellino, ha dato lettura della bolla di Clemente V dell’8 settembre 1308, con la quale istitutiva l’Ateneo perugino. Non ha mancato di esprimere la gioia ed una certa commozione nel trovarsi dopo sette secoli a svolgere questo ruolo di direzione di una così vetusta istituzione. Sono inoltre intervenuti il sindaco di Perugia, Renato Locchi, che ha sottolineato l’intimo legame stretto fin dall’origine tra il Comune e l’Università, ancora prima della bolla pontificia. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti ha concluso con un discorso alto e di intensa partecipazione, colta dal pubblico, che ha vivamente applaudito. Ha ricordato l’inscindibile connubio tra fede e ragione, tra tradizione culturale e sentimento religioso, citando un lungo stralcio di una poesia di Carducci in cui il poeta esalta la cattolica fede in Dio come fonte di cultura e civiltà. Ha concluso con la preghiera tratta dallo Statuto comunale del 1278 (tutto il discorso è stato riportato nel numero precedente de La Voce), impartendo quindi la sua benedizione all’Università e alla città. Al termine il pro-rettore Antonio Pieretti, presidente del Comitato per le celebrazioni del centenario dell’ateneo, ha dichiarato che la celebrazione dei settecento anni è una promessa per i futuri secoli. Il messaggio di Benedetto XVI al Magnifico rettoreAnche Papa Benedetto XVI, per la solenne commemorazione, ha inviato un messaggio ‘al chiarissimo professore Francesco Bistoni, magnifico rettore dell’Università degli studi di Perugia’. Ne riportiamo il testo. ‘Nella lieta ricorrenza del VII centenario di codesta Università, desidero esprimere a Lei, Magnifico Rettore, e all’intera comunità accademica vive felicitazioni e fervidi voti, con l’assicurazione della mia spirituale vicinanza. Con la bolla Super specula, dell’8 settembre 1308, il Papa Clemente V istituì in Perugia lo ‘Studio generale’ che, in ordine cronologico, costituì la quinta Università fondata in Italia, dopo Bologna, Padova, Napoli e Roma. Fin dall’inizio, lo Studium fu posto sotto la protezione di sant’Ercolano, vescovo e martire del secolo VI, patrono della città di Perugia, il quale fu defensor civitatis al tempo delle invasioni gotiche e pagò con la vita la sua fedeltà alla Chiesa e la sua dedizione alla comunità. L’auspicio del Pontefice fondatore, che lo Studium ‘fiorisse in futuro in ogni facoltà’, si è ampiamente realizzato: oggi infatti se ne contano ben undici, con oltre 40.000 studenti provenienti dall’Italia e dall’estero, e con un apprezzato polo ospedaliero. In occasione della visita a codesta Università, il 26 ottobre 1986, il mio venerato predecessore, il servo di Dio Giovanni Paolo II, pronunciò nell’Aula Magna un importante discorso, nel quale si trovano preziosi orientamenti circa il ruolo fondamentale dell’istituzione universitaria in ordine alla ricerca della verità e alla promozione dell’uomo e della sua autentica libertà; come pure riguardo al dialogo culturale e all’edificazione della pace. A distanza di oltre vent’anni, occorre osservare che è diventata ancora più urgente l’esigenza di difendere l’uomo e la società da pericoli legati ad uno sviluppo scientifico-tecnologico sciolto da saldi ancoraggi antropologici ed etici. L’università possiede per sua natura il compito di mantenere la ragione umana aperta alla verità, nell’ampiezza e integralità delle sue dimensioni, preservandola dal rischio, oggi assai forte, di diventare funzionale soltanto alla ricerca dell’utile. In tale prospettiva ritengo quanto mai significativa e opportuna la decisione, presa da codesto Ateneo, di aprire un ‘Centro studi sulle radici culturali ebraico-cristiane della civiltà europea’, che avrà sede in Assisi. È infatti solo attingendo da tale patrimonio che è possibile elaborare, nell’attuale temperie culturale dispersiva e relativistica, sintesi robuste ed efficaci,che sappiano al tempo stesso sostenere una rinnovata coscienza europea e permetterle di dialogare con le altre civiltà. Formulo voti che l’Università perugina, grazie all’impegno di quanti a vario titolo sono responsabili dei suoi programmi formativi, continui a costituire un luogo privilegiato dove soprattutto i giovani possano trovare sempre valide offerte scientifiche, preziose proposte di riflessione sul senso della vita e stimolanti occasioni di incontro e di confronto, di approfondimento culturale e di amicizia. Nell’affidare questo messaggio al caro Arcivescovo Metropolita di Perugia, Mons. Giuseppe Chiaretti, al quale tanto sta a cuore il bene di codesta Università, rinnovo, Magnifico Rettore, ogni miglior augurio per l’importante ricorrenza e, assicurando il mio ricordo nella preghiera, di cuore invio al menzionato Pastore, come anche a Lei, alle altre Autorità accademiche, ai docenti, agli sttidenti e al personale una speciale Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 12 maggio 2008 Benedetto XVI