Giovedì 11 e 12 settembre presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli in Assisi i sacerdoti, i religiosi e gli operatori pastorali, presenti nella nostra diocesi, sono chiamati a vivere un’esperienza comunitaria importante: l’Assemblea diocesana. A tale riguardo abbiamo ascoltato il nostro vescovo, mons. Domenico Sorrentino. Con l’Assemblea diocesana inizierà il nuovo anno pastorale dedicato alla missione, dal tema ‘Li mandò a due a due’. Cosa s’intende per missione? Come un cristiano può essere missionario nel proprio ambiente?’La missione è una dimensione essenziale dell’essere Chiesa. La parola detta da Gesù agli apostoli: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli’ vale per ogni generazione cristiana. Fino a qualche tempo fa, parlare di missione era parlare di Paesi lontani. Oggi constatiamo che, in qualche modo, anche le nostre città sono diventate terra di missione. La fede in Gesù, che ha plasmato la nostra storia, non è più un patrimonio ‘scontato’ e condiviso. Naturalmente ci sono ancora tante comunità vive e molti credenti autentici. Ma si moltiplicano i segnali di fragilità della fede, soprattutto quando si va a verificare la conoscenza della Parola di Dio, la coerenza etica, la partecipazione dei giovani. A ciò si aggiunge la sfida della multiculturalità e del dialogo interreligioso: in sé due fonti di arricchimento, ma che pongono a noi cristiani l’esigenza di una rinnovata consapevolezza della fede. Occorre perciò ritornare all’annuncio fondamentale del cristianesimo, l’annuncio di Gesù risorto, nostro salvatore. Non può sopravvivere un cristianesimo come qualcosa di esteriore, un fatto culturale, un’esperienza sociologica. Bisogna che il credente esprima la sua fede e sia testimone di essa nell’ambiente in cui vive: in famiglia, a scuola, nel mondo del lavoro, nella cultura, in politica…’. ‘La nostra Europa, il mondo di oggi, ponendoci la sfida della nuova evangelizzazione, ci richiedono una missionarietà che abbia la semplice fortezza del Poverello d’Assisi (‘). La Chiesa di Assisi-Nocera U.-Gualdo T. vuole prendere Francesco come modello di questo annuncio mite e forte insieme’. Sono alcune frasi presenti nella sua lettera pastorale. Sull’esempio di Francesco, anche in questo anno pastorale, quali saranno le linee programmatiche da perseguire? ‘Francesco è un modello sempre attuale. Una volta convertito, con i primi compagni sente il bisogno di predicare. È per questo che va a Roma a chiedere l’approvazione pontificia, di cui il prossimo anno celebreremo l’ottavo centenario. Egli si mette così in cammino, batte tutte le strade, a partire dalla nostra Umbria. Va persino ad incontrare il Sultano. Non è forte di armi, ma della sua povertà. Gesù è la sua unica forza. Tommaso da Celano scrive che aveva Gesù sulle labbra, negli occhi, in tutte le membra. Per noi l’anno della missione vorrà essere questo: tornare ad annunciare Gesù, imitando il fervore di Francesco. I modi li decideremo nella prossima Assemblea dell’11-12 settembre. Cercheremo di arrivare in tutti gli ambienti. Un’attenzione speciale la riserveremo ai giovani. A loro chiederemo di farsi apostoli fra le genti, come san Paolo’.
Gesù ci invia tutti in missione
Assemblea diocesana dell'11-12 settembre: intervista al Vescovo
AUTORE:
Ombretta Sonno