Una donna innamorata di Dio

Montefalco: il 17 agosto grande festa per il VII centenario della morte di Santa Chiara

Montefalco è in fermento per la festa di santa Chiara della Croce del prossimo 17 agosto, ricorrenza liturgica dal sapore particolare, in quanto cade nell’anno sette volte centenario della morte della santa. Si farà memoria di una ‘donna intelligente, forte e dai sentimenti delicatissimi; una donna, scrive il padre agostiniano Gabriele Pedicino, innamorata di Dio, attratta dal Cristo e dalla sua passione redentrice. Donna che ha imparato ad amare sempre di più in Dio, l’umanità povera, ferita, bisognosa di una luce e di un consiglio’. Domenica prossima a Montefalco i cristiani che saliranno al santuario di Santa Chiara proveranno a rivivere l’esperienza della grande mistica umbra: ‘imparare a capire il Crocifisso, scoprire che in quella carne che pende dalla croce, scrive ancora padre Pedicino, davanti a cui ci si copre il volto, si scorge l’amore di Dio per l’umanità’. Alle 18 ci sarà il solenne pontificale presieduto dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace. Con lui l’arcivescovo Fontana, il generale degli agostiniani Robert Prevost, i sacerdoti diocesani, delegazioni di monache agostiniane e autorità civili. Il Comune di Montefalco, di cui è sindaco Valentino Valentini, ha voluto compiere un gesto forte in onore della santa nell’anno del centenario: via Verdi, quella dove si trova il monastero, diventerà d’ora in poi via Santa Chiara. L’olio per accendere la lampada votiva, invece, verrà offerto dal Comune di Cascia. Un’altra particolarità di questa festa 2008 è che la sera della processione (16 agosto alle ore 21) uscirà per le vie di Montefalco anche l’urna di santa Chiara. Ciò non accadeva più dal 1968. Ci sono delle persone, però, che questa festa la sentono particolarmente, più di tutti gli altri. Sono le 14 monache eredi del messaggio di Chiara che vivono nel chiostro agostiniano di Montefalco. Siamo andati a far loro visita in monastero ed abbiamo incontrato la nuova badessa, madre Maria Rosa Guerrini, proveniente dal monastero di Lecceto in Toscana. Madre, come si sta preparando la comunità a vivere la festa di santa Chiara e più in generale questo VII centenario della morte della santa? ‘La preparazione a questo grande evento per noi è iniziata già da un anno, dallo scorso settembre, per la festa dell’esaltazione della Croce. La comunità, oltre a questi momenti celebrativi in cui partecipa tutta la Chiesa, ha scelto di fare un cammino di rinnovamento al suo interno. È da un anno che ci siamo messe in cammino cercando di rivedere la nostra vita comunitaria e spirituale, dando importanza, anche se la comunità è piccola, al desiderio di ripartire dal cuore di ognuna di noi. Se santa Chiara è conosciuta soprattutto per questo dono avuto dal Signore, cioè di avere impresso nel suo cuore l’amore stesso di Cristo e la sua croce, anche noi vogliamo ripartire chiedendoci che cosa c’è nel nostro cuore e quindi rimettere a fuoco i motivi della nostra scelta e della nostra chiamata, del nostro servizio alla Chiesa. Con la testimonianza, con la preghiera e con l’ascolto della Parola proveremo a fare ciò’. Lei viene per così dire ‘da fuori’, da Lecceto. Quale è stato il suo impatto con questa santa penetrata e trasformata dall’amore di Cristo? ‘Santa Chiara un po’ la conoscevo perché faccio parte della famiglia agostiniana, e Chiara è un tesoro, una ricchezza che la tradizione ci ha lasciato. Ora che mi trovo a Montefalco la sto approfondendo di più. Chiara è una figura femminile che ci appartiene, soprattutto a noi che condividiamo la stessa regola agostiniana’.Come lei ha detto Chiara è una grande figura femminile, in essa la donna si eleva e acquista il suo valore più completo e armonico. Come vedete voi da dietro la grata il mondo femminile attuale? ‘La donna oggi è chiamata a compiere una sfida in questa società che ha perso i valori, dove molti sono senza mete precise, senza degli ideali alti. Credo che la donna, con le sue qualità e capacità, potrebbe essere più incisiva e dare un impulso nuovo a questo mondo’. Chiara è stata donna di grande carità, attenta ai bisogni della gente del tempo. Cosa oggi la gente chiede quando si affaccia alla vostra grata? ‘La gente che oggi bussa alle nostre porte ci chiede delle risposte a povertà diverse rispetto a quelle presenti al tempo di santa Chiara. La gente ha bisogno di speranza, di fiducia, di trovare qualcuno disposto ad ascoltare e che si carichi anche dei problemi e dei bisogni dell’oggi. Noi cerchiamo, per quanto possibile, di dare delle risposte a queste esigenze’. Agosto, madre, è il mese delle due Chiare: d’Assisi e di Montefalco. In cosa sono simili e in cosa divergono?’Sono due donne che non si possono separare, anche se hanno delle particolarità diverse. Ciò che le accomuna più di tutto è l’amore vero che hanno avuto verso il Signore e verso la Chiesa. Entrambe si sono messe a servizio e si sono fatte dono. In fondo se la loro maternità continua ancora oggi si deve al loro amore incondizionato a Gesù. Sarebbe bello, in futuro, pensare di fare qualcosa insieme per queste due grandi figure di donne, che hanno fatto la storia del nostro Medioevo e che a volte sono state anche contrapposte’.In settembre ci sarà il convegno internazionale su santa Chiara. Cos’altro c’è in cantiere per questo centenario? ‘Stiamo lavorando per diffondere una nuova lettura teologica di santa Chiara con l’aiuto del teologo don Dario Vitali. Stiamo anche pensando di preparare in monastero dei momenti di preghiera e di amicizia fraterna per giovani, famiglie, sacerdoti, religiosi e religiose. Faremo delle pubblicazioni per rendere più accessibile santa Chiara, per renderla attuale ai nostri tempi’.

AUTORE: Francesco Carlini