I lettori ormai sono a conoscenza delle varie fasi della partecipazione degli umbri alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney.
Dalla nostra diocesi dovevamo partire in diciassette; purtroppo una grave malattia ha colpito, proprio alla vigilia della partenza, il nostro Alessandro Saleppico di Orvieto, che ancora si trova in ospedale a Terni.
Anche don Andrea Rossi, che tanto ha lavorato per organizzare la spedizione degli umbri in Australia, ha dovuto rinunciare alla partenza, per essere vicino ad Alessandro ed anche perché la sua famiglia è stata colpita da un grave lutto. Il nostro gruppo diocesano si è poi unito a Fiumicino agli altri gruppi delle diocesi dell’Umbria e così siamo partiti con il cuore pieno di tristezza per quello che ci era successo.
La Giornata mondiale però è stata una vera grazia di Dio, che ci ha fatto toccare con mano la presenza del Signore nella nostra vita e nel mondo. Per Matteo di Pantalla la Gmg è stata una grande grazia che ha riacceso in lui l’entusiasmo per la fede in Gesù. Giorgio di Todi è stato colpito dalla profondità dei discorsi che il Santo Padre ha rivolto ai giovani, discorsi che danno luce all’esistenza dell’uomo.
Per Chiara di Ammeto la presenza di tanti giovani tutti rivolti verso l’unico ideale è un grande incoraggiamento per coloro che vogliono mettersi alla sequela di Cristo.
Per Emanuele di Fratta Todina, che si sta preparando per entrare in seminario, l’esperienza di Sydney è uno sprone ad essere missionari senza aver paura della modernità, perché di Cristo gli uomini hanno bisogno in ogni tempo ed in ogni luogo.
Durante le giornate della gioventù c’erano dei luoghi particolarmente affollati, in particolare dove si svolgeva l’adorazione al Santissimo Sacramento, nel grande Palazzo delle esposizioni in una grande sala ricoperta di moquette, ove al centro, su un semplice trono, era esposta l’eucaristia. Questa grande sala era sempre gremita di giovani in preghiera; molti erano prostrati, alcuni in ginocchio, altri leggevano la Scrittura in profonda meditazione.
Anche ai confessionali vi erano sempre persone in attesa di ricevere il sacramento del perdono. Vedere tutti questi giovani così gioiosi, fraterni, è stata una bella testimonianza di fede, come ha affermato il card. Pell, arcivescovo di Sydney.
Un momento particolare da ricordare è stato l’abbraccio e la foto che abbiamo fatto insieme ad un gruppo di giovani cristiani cinesi, provenienti proprio dalla grande Cina. Quei giovani sono i figli di una Chiesa di martiri, sono la testimonianza vivente della forza della fede in Cristo. Volti giovani, di tante nazioni dove il cattolicesimo è una minoranza, come nel caso dei giovani del Pakistan che abbiamo incrociato nel nostro pellegrinare.
Tanti volti e tante storie, ma con la consapevolezza che sta nascendo un mondo nuovo, che Cristo è più vivo che mai in questo nostro tempo che sembra così indifferente.