La salute delle Acque potabili in Umbria

I dati dell'Agenzia regionale per l'ambiente, le osservazioni delle associazioni ambientaliste

Tra il linguaggio soffuso, tecnico dei comunicati e dei rapporti dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) e la qualità delle acque dell’Umbria ci sono, nel mezzo, le vibranti proteste di cittadini e movimenti. E se l’Arpa spiega che, per il sottobacino dell’Alto Tevere, ‘il risanamento qualitativo del fiume dipende in modo significativo anche dallo stato del sistema fognario e depurativo degli insediamenti civili e produttivi localizzati in territorio toscano’ e che per il sottobacino del Nera (lago di Piediluco, canale del Medio Nera e Velino), accanto all’inquinamento degli insediamenti civili e degli allevamenti di trote dell’Alto Nera, quello del Velino ‘dipende quasi esclusivamente dalla pianificazione del territorio della Regione Lazio’ allora ci si rinfranca. E pensi: davvero gli umbri vivono in una regione di santi, pur circondata dai ‘diavoli inquinatori’ delle regioni confinanti. Poi, però, ti scontri con il purgatorio quotidiano. A Bettona, il vicepresidente del Comitato per l’ambiente di Bettona, Giorgio Foresti, racconta che un maiale inquina come 6 persone. E dunque Bettona sarebbe ‘sporca’ come Bologna, per l’elevata presenza di allevamenti suinicoli, circa 80 mila capi suini in 44 chilometri quadrati, la maggior parte dei quali non è degli umbri ma delle grandi aziende di insaccati del Nord Italia. ‘Nelle acque del territorio di Bettona – afferma Foresti – purtroppo abbondano enormi quantità di nitrati (un’elevata quantità di nitrati rende l’acqua non potabile, ndr). Accade infatti che la fert-irrigazione da fare su 1.200 ettari di terreno viene invece sparsa su appena 300. A parte la puzza che i 4 mila abitanti del Comune sentono in continuazione, nel territorio di Bettona ci sono i pozzi che ‘rilanciano’ acqua proveniente da Nocera Umbra verso Perugia’. A Terni, Gianni Iacarella, fondatore di movimenti contro la permanenza dello sviluppo industriale nella Conca, spiega che ‘la captazione di molte acque, un tempo per uso idropotabile, oggi è miseramente chiusa’ e che ‘nessuna istituzione pensa a risanare le sorgenti, visto che stanno coi frati e zappano l’orto’. Per Iacarella i ‘frati peccatori’ sono le industrie ternane: ‘Dobbiamo smettere di dare l’acqua potabile alle fabbriche, ricchezza scarsa da non sperperare’. Vicino Pierantonio abita Giuliano Corbucci del comitato Inceneritori Zero. ‘Anche noi – dice – siamo parte civile nel processo contro la Gesenu (società di nettezza urbana a capitale misto pubblico e privato), che riversa parte del percolato dalla discarica di Pietramelina nel torrente Mussino’. LA DIAGNOSI DELL’ARPAQuali sono i mali delle acque umbre? Alla ricerca delle criticità, l’Arpa controlla ciascun sottobacino idrico, realizzando ‘valutazioni incrociate fra lo stato ambientale dei corpi idrici e le pressioni che più direttamente concorrono a determinarlo’. Di solito, molte delle pressioni negative sulle acque dei fiumi, dei laghi e dei torrenti sono per mano dell’uomo. Nell’intera regione l’Arpa rileva ‘una incompletezza o non ottimizzazione dei sistemi di collettamento (la raccolta e il trasporto delle acque reflue) e trattamento dei reflui civili ed industriali’, accanto alla ‘difficile gestione dei reflui zootecnici’, così come un ‘eccessivo frazionamento dei prelievi pubblici e privati, civili, agricoli ed industriali’ e la ‘presenza di microinquinanti di origine industriale e fitofarmaci nelle acque superficiali e sotterranee’. Le note più dolenti sono rappresentate dal sottobacino del Chiascio (area a forte criticità per il diffuso impiego di concimi chimici e per la pratica della fertirrigazione a servizio dell’impianto di depurazione dei reflui zootecnici di Bettona), dal sottobacino del Medio Tevere (che riceve inquinamento dai sottobacini del Chiascio e del Nestore, riversandolo poi nel lago di Corbara) e dal sottobacino Topino-Marroggia (non corretta gestione dei reflui di origine sia civile e zootecnica). Il problema principale del sottobacino del Nera è invece rappresentato ‘dalle numerose derivazioni idriche a scopi idroelettrici’: infatti, per l’Arpa, anche ‘la continua oscillazione delle acque del lago di Piediluco ne compromette uno stato ambientale migliore’.

AUTORE: Paolo Giovannelli