Mancano pochi giorni al 12 giugno, quando i seggi elettorali saranno aperti – oltre che per elezioni amministrative in circa mille Comuni – per votare su cinque proposte di referendum. Parliamo di questi ultimi. I commenti che si sentono in giro riflettono perlopiù le difficoltà che incontrano i normali cittadini se vogliono capire di che cosa si discute e quali ragioni ci siano per votare a favore.
Anche uno del mestiere come me si trova in imbarazzo, non tanto nel capire l’oggetto dei quesiti (ci arrivo!), ma nel capirne le ragioni. Per esempio: perché abolire la legge che vieta di eleggere a determinate cariche politiche chi sia stato condannato per certi reati? O perché vietare al giudice penale, quando decide se applicare una misura cautelare a un imputato, di tenere conto anche del pericolo di reiterazione del reato? Perché escludere che un magistrato possa passare (a determinate condizioni) dalle funzioni di giudice a quelle di pm o viceversa?
Su tutti questi argomenti, e sugli altri, si può discutere e si possono avere opinioni diverse, ma trasformare le opinioni in legge è una operazione difficile e delicata: le leggi si elaborano con il cesello e il bilancino, non con l’accetta. Il referendum è un’accetta, non è lo strumento adatto, non prevede mediazioni e adattamenti.
Inoltre – ed è l’aspetto peggiore – il referendum, così come è concepito nell’ordinamento italiano e come è stato usato di fatto, si presta a fraintendimenti. I promotori, per fare accettare alla massa degli elettori la loro proposta, la condensano in una frase a effetto, del tipo “votate sì per dire che l’acqua è e deve rimanere un bene comune che non può essere privatizzato”, mentre la questione che veramente è messa ai voti è diversa e complessa, più difficile da spiegare; e i risultati effettivi non è garantito che siano quelli attesi. Che i risultati non corrispondano alle previsioni accade anche alle leggi votate dal Parlamento, figuriamoci con i referendum.
Conclusione: neppure in questo campo esistono bacchette magiche. Ciascuno scelga liberamente se e come votare, ma non si aspetti troppo.