Con la cerimonia inaugurale svoltasi alla presenza del sindaco Martino Panico, del vescovo mons. Mario Ceccobelli, di Alberto Mazzacchera in rappresentanza della Soprintendenza e, naturalmente, di mons. Fausto Panfili, la comunità di Cantiano si è riappropriata di un monumento importante quale la chiesa di Sant’Ubaldo. Un intervento complesso che ha richiesto un impegno di oltre 600.000 euro, garantiti da contributi della Cei (274.000), della Soprintendenza (quota ancora da definire ma presuntivamente prevista per un massimo di 160.000), della diocesi (25.000), del Comune (25.000,00), della Fondazione Cassa di risparmio (10.000), e della Regione Marche (10.000), delle aziende eugubine Colacem e Cementerie Barbetti per la fornitura di cemento, della popolazione con offerte per gli arredi e attraverso varie prestazioni di lavoro. Da parte sua la parrocchia ha garantito 150.000 euro con l’accensione di un mutuo. L’intervento ha consentito innanzitutto il preconsolidamento delle mura dell’edificio; inoltre sono state rifatte tutte le coperture, compresi il campanile e la struttura lignea a capriate, con cordolatura metallica alla sommità delle murature, trasversalmente collegata da tiranti in acciaio. Le murature sono state collegate anche a livello del piano terra da catene in acciaio passanti al di sotto della pavimentazione, a contenere spinte laterali nella parte a valle. La volta in camorcanna della navata principale è stata consolidata, le coperture dotate di guaina impermeabilizzante, la pavimentazione in chiesa realizzata con elementi in cotto, come pure i pavimenti dell’appartamento posto al primo piano. Tutto il complesso è stato dotato di impianti idrico, elettrico e riscaldamento a metano. A completamento dei lavori è stato eseguito anche il restauro dell’apparato campanario e dell’altare principale. È tornato così ad essere a disposizione della comunità un centro che per secoli ha animato la vita sociale sia a livello religioso che per opere di carità. È necessario ora aprire un dialogo con la società moderna, alla quale Gesù dice di annunziare la sua parola di salvezza. Il documento della Cei Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia offre l’opportunità di una seria riflessione. Una vita parrocchiale tesa unicamente alla conservazione della fede non basta più, occorre andare incontro agli uomini e le donne del nostro tempo per testimoniare che anche oggi è possibile credere e amare ciò che è bello, buono, giusto e vivere l’esistenza umana conformemente al Vangelo. Anche il progetto culturale dell’associazione Turba intende far crescer la comunità, consapevole dei mutamenti sociali, culturali e antropologici che caratterizzano il nostro tempo.