Vita, opere e miracoli di santa Rita da Cascia

La devozione nei confronti della 'Santa degli impossibili' iniziò fin da subito. Ma quali dati certi possediamo su di lei?

Santa Rita da Cascia è una delle sante più conosciute della Chiesa cattolica. Il 22 maggio, giorno della sua festa, in tutto il mondo una moltitudine di devoti la onorano e benedicono le rose, il fiore divenuto suo simbolo. Nella storia della Chiesa vi sono figure molto ben documentate, ma quasi sconosciute, mentre santa Rita, pur tanto famosa, è scarsamente attestata. Quali tracce ci ha lasciato questa grande donna? Innanzitutto il suo corpo, che si può vedere nella basilica di Cascia; e l’iconografia antica, che ci presenta un’immagine della santa diversa da quella attuale. Mentre era in vita, l’unica attestazione scritta è in un atto notarile del 10 aprile 1445 in cui compare Ritae Antonii Loctii (Rita di Antonio Lozi) che senza dubbio è la nostra santa. C’è poi un’importante raccolta di miracoli che comincia dal 25 maggio 1457, tre giorni dopo la morte di Rita, segno inequivocabile dell’immediato culto a lei tributato. Questi documenti li conosciamo solo grazie alla trascrizione che ne è stata fatta nel processo ordinario sull’antichità del culto, istruito a Cascia nel 1626. I dati certi della sua vita sono pochi: religiosa nel monastero di Santa Maria Maddalena di Cascia; ciò è provato dall’iconografia e dai due documenti sopra citati. Un altro dato sicuro è la spina che ricevette sulla fronte da Gesù il Venerdì santo 1442, 15 anni prima della morte, come afferma l’epitaffio della Cassa solenne dove fu posta subito dopo il suo transito (‘… che XV anni la spina patisti’); Rita, quindi, fa parte dei così detti santi stimmatizzati. Si è sempre pensato che Rita e la sua comunità appartenessero all’Ordine agostiniano: da ricerche fatte ultimamente, risulta che il monastero di Santa Maria Maddalena osservava la Regola di sant’Agostino ed era guidato spiritualmente dagli Agostiniani di Cascia, ma sembra che giuridicamente dipendesse dal vescovo di Spoleto. Esaminando attentamente alcuni atti di professione del tempo immediatamente posteriore a santa Rita, si può ritenere che in quel monastero le religiose non usassero il breviario per la liturgia delle Ore, ma si servissero del cosiddetto ‘ufficio delle converse’, una lunga serie di padrenostri e avemarie recitate nelle ore canoniche al posto dei Salmi: era questo il modo di pregare delle monache che non sapevano leggere, molto diffuso in passato. Risulta anche che l’abito religioso vestito da suor Rita non fosse quello nero agostiniano con cui oggi è rappresentata, perché nell’iconografia antica, soprattutto nei dipinti della Cassa solenne, è raffigurata con un abito marrone listato di bianco ed un velo bianco listato di marrone. Queste naturalmente sono supposizioni, sebbene facilmente riscontrabili. Del resto, nella sua vita molti fatti sono ipotetici e non c’è accordo fra gli studiosi quasi su niente. La data di morte è posta da alcuni al 22 maggio 1457: se si considera che la Santa è vissuta circa 76 anni, si deve porre la sua nascita al 1381. Altri sostengono che Rita è morta il 22 maggio 1447, quindi la sua nascita sarebbe avvenuta nel 1371 circa. La prima ipotesi è la più convincente. Gli avvenimenti drammatici della sua vita, tanto noti, sono il frutto della tradizione, non della storia. Ciò non significa che non siano veri, ma che non sono documentati. La devozione, però, non ha bisogno della storia, ma della fede, anche se deve poggiare su basi sicure: santa Rita è vissuta per Cristo e la sua più grande missione dal cielo è quella di portarci a lui.

AUTORE: Mauro Papalini