Le ‘lasche’ di san Francesco

ASSISI. All'abbazia di San Pietro il tradizionale scambio di doni (pesci in cambio di olio) tra i monaci Benedettini e i Francescani della Porziuncola

Anche quest’anno si è rinnovata all’abbazia di San Pietro in Assisi un’antica tradizione riportata nelle fonti francescane. Secondo quanto riporta la Leggenda Perugina (F. F., Legper, 1552), diversamente denominata, Francesco vedendo accrescere il numero dei suoi discepoli si preoccupò di trovare un modesto luogo più adatto alla preghiera e al lavoro di tipo comunitario. Non potendo né il vescovo né i canonici di San Rufino soddisfare il desiderio, lo stesso si rivolse al monastero di San Benedetto al monte Subasio. ‘Preso da compassione, l’abate tenne consiglio con i suoi confratelli sull’argomento e, per volontà del Signore, concesse a Francesco e ai suoi frati la chiesa di Santa Maria della Porziuncola, la più poverella che avevano… Sebbene l’abate e i monaci avessero concesso in dono a Francesco e ai suoi frati la chiesa senza volerne contraccambio o tributo annuo, tuttavia il Santo… ogni anno mandava al monastero una corba piena di pesciolini chiamati lasche… E ogni anno, quando i frati portavano i pesciolini ai monaci, questi in grazia dell’umiltà, donavano a lui e ai suoi fratelli una giara piena di olio’. In stretta sintesi, dopo la distruzione del monastero di San Benedetto al monte Subasio (1339) la tradizione fu ripresa e continuata dai monaci dell’abbazia di San Pietro in Assisi, con intuibili interruzioni determinate da varie circostanze. Per venire a tempi recenti, si rammenta che intorno alla metà del secolo scorso dom Anselmo Job (scomparso il 25 gennaio 1973) dapprima riceveva in dono dai frati i pesci e successivamente, soltanto quando l’olio appariva più limpido, consegnava loro una damigianetta da trenta litri trasportata con un ‘legnetto’ fino al convento della Porziuncola. Con il passare del tempo il reciproco omaggio avrebbe assunto il carattere di una ‘paraliturgia’. Eccoci dunque a lunedì 14 aprile scorso: un drappello di frati del citato convento viene accolto dai monaci dell’abbazia di San Pietro. Si forma un corteo, presente un gruppo di fedeli guidati dal parroco (abate emerito) dom Cipriano Carini. Al canto del Benedictus il corteo percorre il chiostro interno ed entra nel refettorio. Lettura tratta dalle fonti francescane. Scambio di doni: il custode del convento della Porziuncola padre Alfredo Bucaioni consegna un cesto di pesci con limoni; il priore dom Bernardo Ripamonti ricambia con tre damigiane di ‘olio dei monaci’, frutto della raccolta dagli oliveti dell’abbazia. L’uno e l’altro sottolineano il significato del gesto con parole semplici tra la generale emozione.

AUTORE: Francesco Frascarelli