Il prof. Giovanni Carlotti è il delegato regionale dell’Azione cattolica per l’Umbria. Ma domenica 6 aprile, termina questo il suo mandato. Peccato. Lo dico in base all’ultimo servizio che ha reso a noi di Gubbio, venerdì 28 marzo. Un discorso a sesto acuto, poggiato su due pilastri. Primo pilastro: la collocazione dell’Azione cattolica nel panorama della Chiesa locale. Il paragone giusto l’ha trovato (sarà un caso?) il card. Martini. Dice: in una diocesi c’è il Seminario maggiore e ci sono (in diocesi di Milano, ovviamente) i diversi noviziati, studentati, probandati dei vari Ordini religiosi. Nel campo dell’impegno apostolico laicale l’Azione cattolica’è come il Seminario maggiore, dove il Vescovo è sempre a casa, anche quando la sera tardi rientra dalla porta di servizio, dopo una seduta di tressette col morto. I movimenti, pur rimanendo preziosi in un contesto globale di Chiesa, sono il corrispettivo del pipinaro di iniziative formative presenti nel settore degli Almi Efebei preposti alla formazione degli Eredi del Santuario. Il carisma dei primi è la collaborazione con il vescovo. Il carisma degli altri è’ altrove: non necessariamente cum episcopo, anche se mai sine episcopo. Splendido. Secondo pilastro: i ‘valori non negoziabili’. Sotto elezioni sono diversi i’ parapolitici in apnea che girano con la valigetta sulla quale si legge ‘Valori non negoziabili’; poi, se magari gli chiedi di farteli vedere, ti dice che ha perso la chiave. Carlotti ha ragionato così: per la Chiesa italiana è legittima la militanza dei cattolici in partiti diversi. Bene. Ma’ per che fare? Innanzitutto per’ militare, come tutti quelli che hanno scelto quel partito per realizzare al meglio il bene comune. Il militante innanzitutto milita. ‘Un paziente che non porta pazienza che paziente è?, abbia pazienza!’ (Totò). Un militante che non milita che militante’ no, la strofetta non mi viene.’ ‘
Ma, come cattolici, essi sono lì perché si affermi e cresca, nella coscienza del massimo numero possibile di aderenti a quel partito, il ‘tesoretto’ dei valori non negoziabili. Perché tutti si rendano conto che senza quel ‘tesoretto’ non si va lontano, e contribuiscano a farlo crescere. Ogni famiglia sana mette da parte il gruzzolo che serve non per comperare il giranzole dei giorni feriali, ma per darsi un respiro di fondo e per affrontare alcuni snodi vitali della sua vita. Cattolici al servizio del tesoretto; senza integralismi, perché Dio è e rimane il Dio di tutti, ma anche con la forza di testimonianza della loro specifica appartenenza a Cristo e alla Chiesa.
Il tesoretto
AUTORE:
Angelo M. Fanucci