I Focolari in Umbria

Chiara Lubich non è "scomparsa" ma ancora ben presente. Anche in Umbria

“Erano i tempi di guerra e tutto crollava…”: è questa la prima frase che da quasi 65 anni apre il racconto della nascita del movimento dei Focolari – Opera di Maria, avvenuta a Trento grazie a Chiara Lubich il 7 dicembre 1943, data della sua consacrazione a Dio. Da lì è iniziata quella che spesso è stata definita una”divina avventura” che si è estesa nel mondo intero affascinando uomini, donne, bambini, che hanno fatto propria la spiritualità dell’unità, quel “tutti siano uno” evangelico, che porta a infrangere ogni tipo di barriera per andar verso ogni uomo di qualsiasi estrazione sociale, religiosa, politica. Nella nostra terra umbra gli albori del movimento sono già negli anni ’50, con alcune visite di Chiara stessa ai frati Francescani di Assisi.

Poi a Foligno, dove parecchi giovani che facevano il servizio militare nella città vennero in contatto con il Focolare abbracciandone lo spirito e suscitando a loro volta nuove comunità. Ma è solo agli inizi anni ’70, dopo le prime approvazioni della Chiesa, che il movimento esce a vita pubblica anche in Umbria, con le iniziative dei Gen (la seconda generazione), caratterizzate dal loro tipico entusiasmo e soprattutto ad Assisi con le prime Mariapoli, città temporanee, esperienze di convivenza nell’amore scambievole. Nel frattempo alcune famiglie cominciarono a condividere con altre la scelta di vita evangelica che li portava anche a realizzare una comunione di beni materiali e spirituali, e che con il tempo è arrivata fino agli altri continenti. Molti appartenenti a Famiglie nuove (nome di questa diramazione del movimento) collaborano oggi attivamente nella Chiesa locale curando, ad esempio, i corsi di preparazione al matrimonio, partecipando al Forum delle associazioni familiari sia a livello nazionale che regionale. Famiglie nuove, come ente autorizzato, si occupa sia del sostegno a distanza, che di adozioni internazionali (sono già arrivati in Umbria 5 bambini dalla Lituania e 2 bambini dal Vietnam).

Nei primi anni ’80 cominciarono anche a stagliarsi altre vocazioni di adulti laici: i Volontari, suscitati da Chiara come risposta al grido lanciato nel 1956 da Papa Pio XII in occasione dei moti d’Ungheria. Come questa rivolta era stata capace di estromettere Dio dalla società, così ci dovevano essere uomini che, operando nel mondo all’interno delle strutture sociali, politiche, economiche, artistiche, lo clarificassero col Vangelo fatto vita. In Umbria attraverso l’associazione “Il Mosaico” varie sono le iniziative a sfondo sociale intraprese per rispondere ai bisogni della città. In ambito politico, dopo la nascita del Movimento politico per l’unità, che si rivolge a persone impegnate politicamente a diversi livelli e di varie appartenenze partitiche, anche nelle nostre città sono nate le “scuole di politica”, che curano la formazione alla cultura della fraternità per il bene comune. E fraternità e reciprocità sono il motore principale anche dell’Economia di comunione, innovativa forma di agire economico, dove è possibile coniugare le imprese all’aiuto agli indigenti: con centinaia di aziende in tutto il mondo, anche l’Umbria conta attività che vi aderiscono appieno. A Todi, tra le città che hanno attribuito a Chiara la cittadinanza onoraria, si riuniscono poeti, musicisti e pittori che testimoniano una nuova visione dell’arte e della bellezza, capace di essere specchio e rivelazione del Creatore.

Per tutti coloro che aderiscono in vario modo al movimento vale, comunque, il metodo del dialogo a 360′ applicato anche nel confronto tra le diverse confessioni cristiane e altre fedi. È difficile, se non impossibile, delimitare i confini dell’esperienza nata dal carisma di Chiara Lubich. In questo intento è ben riuscito una volta Papa Giovanni Paolo II, che la defini “una polla d’acqua viva sgorgata dal Vangelo”. Di tale dono saremo grati per l’eternità allo Spirito, che ha voluto arricchire la sua Chiesa oggi, insieme ad altri, di questo dono, e far nostro l’augurio di Papa Benedetto XVI nel suo telegramma per la morte di Chiara: “Auspico che quanti l’hanno conosciuta e incontrata, ammirando le meraviglie che Dio ha compiuto attraverso il suo ardore missionario, ne seguano le orme, mantenendone vivo il carisma”.

AUTORE: Lorena Fabbretti