Riferimenti irrinunciabili

'La Chiesa - ha ribadito la Cei - non si schiera per una parte politica, ma auspica che i cattolici presenti nei vari schieramenti testimonino con coerenza i valori che li animano'

‘I vescovi non vogliono e non possono esprimere pareri sulle indicazioni di voto da parte degli elettori che si dicono cattolici riportate nei sondaggi dei giorni scorsi. A tutti però ricordano e intendono richiamare i valori fondamentali che costituiscono dei punti di riferimento irrinunciabili’. Così il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, martedì, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente. ‘Se un’urgenza immediata può essere quella della spesa delle famiglie – ha aggiunto – è chiaro che rispetto alle prospettive politiche il discorso va proiettato su un piano più vasto’. Betori ha quindi corretto l’interpretazione giornalistica delle parole del card. Bagnasco su supposte ‘larghe intese’. ‘Il suo pensiero conteneva l’auspicio che ciascuno, secondo il proprio ruolo, voglia collaborare per costruire il bene comune’. Chiesa ed elezioni. Quanto alla posizione della Cei sulle elezioni ha detto: ‘La Chiesa non si schiera per una parte politica, ma auspica che i cattolici presenti nei vari schieramenti sappiano testimoniare con coerenza i valori che li animano’ aggiungendo, a proposito di certe candidature ‘discusse’: ‘Ognuno ha diritto ad essere considerato innocente fino al giudizio definitivo. Piuttosto, la scelta di candidare persone con procedimenti aperti è da considerarsi una scelta tipicamente politica che non compete ai vescovi di valutare. Occorre che quanto prima il Parlamento attui una riforma elettorale – ha poi detto – per ridare il reale potere di scelta ai cittadini’. La ‘linea di non coinvolgimento in alcuna scelta di schieramento politico o di partito’ viene ribadita nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, diffuso il 18 marzo (testo integrale: www.chiesacattolica.it), in cui i Vescovi, condivisa l’analisi offerta nella prolusione del card. Bagnasco, evidenziano ‘ulteriori gravi fenomeni di degrado sociale, fra cui spicca oggi la piaga degli incidenti sul lavoro, il dilagare dell’usura e il carattere pervasivo delle infiltrazioni mafiose in molte aree del Paese’. Risvegliare la ‘passione educativa’. ‘Risvegliare negli adulti la passione educativa’ è uno degli impegni prioritari della Chiesa italiana, che, ‘nella sua dimensione più autentica, non è mai pienamente misurabile attraverso ricerche sociologiche o rilevazioni demoscopiche’. Tra le priorità indicate dalla Cei, aiutare i giovani a ‘diventare protagonisti nella Chiesa e nella società’, valorizzando ‘il ruolo peculiare e irrinunciabile della famiglia nell’educazione dei figli’, e prestare un’attenzione specifica alla scuola, come ‘luogo dove è possibile incontrare tutti i ragazzi e i giovani, non solo quelli che frequentano la comunità ecclesiale’. Intercettare la ‘sete di Dio’. ‘Intercettare la sete di Dio che, seppur velata, continua a crescere nella cultura del nostro tempo, solo in superficie agnostica o distratta’. Questo l’intento della Lettera ai cercatori di Dio, discussa nell’ultimo Consiglio permanente della Cei. L’iniziativa, attraverso uno ‘stile colloquiale’ vuole ‘rendere ragione della speranza cristiana a quanti sono disposti a lasciarsi interpellare dalla proposta evangelica’. In realtà, è l’analisi della Cei, ‘esistono e anzi si amplificano nel cuore della gente domande che chiedono di essere chiarite e appagate e che, al di là delle apparenze, uniscono nel profondo’: non solo in ‘quelle persone inquiete e in stato di ricerca presenti negli ambienti più acculturati’, ma anche in ‘quanti ricominciano a desiderare una pratica fedele, dopo anni di lontananza o di generica appartenenza’, e in coloro che ‘intendono reagire a un materialismo che ha mostrato il suo volto tragicamente effimero’. La sanità. La sanità costituisce ‘un tema di scottante attualità, destinato a condizionare in futuro anche le scelte politiche’. È quanto scrivono i vescovi, sottolineando come questa sia stata ‘una delle forme storiche’ della testimonianza cristiana, settore in cui oggi ‘pesano la carenza di vocazioni negli istituti religiosi, l’esiguità delle risorse finanziarie e una certa ritrosia a promuovere forme di collaborazione reciproca e di coinvolgimento delle Chiese particolari’.